Roma – 24 ottobre 2012 – Un monitoraggio istituzionale, miglior utilizzo del tavolo di coordinamento e maggiore impegno del governo. Sono questi, secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) i punti essenziali per affrontare l’emergenza costituita dagli arrivi di immigrati dal Nord Africa, compresa quella delle 20mila persone che alla fine di quest’anno rischiano di ritrovarsi fuori dal sistema dell’accoglienza.
Durante l’audizione nell’ambito della Commissione Diritti umani del Senato, Laurens Jolles, rappresentante per l’Italia dell’Unhcr, pone l’accento sulla questione delle risorse:”Le questioni legate all’asilo e alla condizione migratoria non sono state priorita’ del governo. Ci si aspettava un impegno maggiore – rileva – Anche perche’ tutto cio’ che non e’ stato risolto adesso diventera’ un problema in futuro”.
A fronte dei 62.000 arrivi del 2011, quest’anno sono stati 7.200 fino a luglio gli sbarchi. L’emergenza Norda Africa è d’avvero finita? “Gli arrivi nell’anno in corso sono diminuiti molto rispetto allo scorso anno – spiega Jolles all’Adnkronos – ma continueranno sempre, tra alti e bassi. Ecco perche’ bisogna trovare un meccanismo in grado di affrontare il fenomeno anche quando si verificano i picchi di arrivi. Insomma – aggiunge – dovremmo rendere il sistema in grado di pensare all’emergenza con un sistema ordinario”.
Il problema da affrontare nell’immediato sara’ la scadenza di dicembre. “Le persone che sono arrivate in Italia – chiarisce il rappresentante dell’Unhcr – sono state accolte nei centri di accoglienza. A causa delle risorse economiche disponibili potranno rimanerci fino al 31 dicembre. Ora il pericolo e’ che dopo quella data 20.000 persone non sappiano piu’ dove andare. La necessita’, intanto, e’ chiarire lo status di ognuno, poi e’ auspicabile che ci sia una proroga che consenta di pensare ad una strategia e una soluzione che tenda a risolvere la situazione di queste persone”.