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Unioncamere: “Meno posti per i lavoratori stranieri”

Le previsioni degli imprenditori: al massimo 87.000 assunzioni, -48% rispetto all’anno scorso

Roma – 7 maggio 2009 – Con la crisi economica, in Italia cala l’offerta di lavoro, soprattutto poco qualificato. E gli immigrati pagano un prezzo salato.

Lo rivelano le anticipazioni per il 2009 del Sistema Informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e ministero del Lavoro interrogando 57mila imprese private con dipendenti. Stime che non considerano però la richiesta che arriva dalle famiglie (colf, badanti, baby sitter…) e dal mondo dell’agricoltura.

Quest’ anno, secondo Excelsior,  l’occupazione prevista diminuirà di circa il 2%, con una riduzione di 220mila unità rispetto al 2008. Scenderanno soprattutto gli ingressi (poco più di 700mila), mentre le uscite (per pensionamento o scadenza di contratto) sono sostanzialmente in linea con quelle dello scorso anno. Il tasso di entrata si attesta infatti attorno al 6% (era il 9,5% nel 2008), mentre il tasso di uscita si colloca all’8% (era l’8,5% lo scorso anno).

Nel 2009 le riduzioni più marcate si riscontrerebbero tra gli operai (-45% e -127.000 unita’) e tra le professioni non qualificate (-40% e -42.000). Le assunzioni previste di professioni specialistiche e tecniche diminuiscono del 38%, quelle di impiegati e professioni commerciali del 37%.

Come conseguenza del calo di assunzioni e dell’orientamento ad assumere in una quota piu’ consistente figure professionali elevate, le prime stime Excelsior mostrano che la domanda di assunzioni relativa a personale immigrato (al netto della componente stagionale) subirà quest’anno una riduzione. Si va da un’ipotesi minima di circa 58.000 unità (-48,1% rispetto al 2008) ad un’ipotesi massima di poco piu’ di 87.000 unità (-47,9% rispetto all’anno precedente).

Una diminuzione rilevante rispetto al passato, visto che le assunzioni previste di lavoratori stranieri potrebbero rappresentare nel 2009 non più del 17,7% delle entrate complessive (erano il 20,3% nel 2008 e, addirittura, il 33,3% nel 2003). Questo flusso va però integrato con quello relativo alle assunzioni stagionali, che (al netto dell’agricoltura) arrivano ad un massimo di circa 55 mila unità (il 30% delle assunzioni stagionali previste dal complesso delle imprese industriali e dei servizi), con un decremento dell’11,7% rispetto al 2008.

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