Roma – 3 aprile 2014 – Gli studenti universitari non sono tutti uguali. Se sono stranieri hanno meno diritti degli italiani e poco conta che tanti di questi “stranieri” siano in realtà figli di immigrati, ragazze e ragazzi cresciuti, spesso anche nati qui.
Succede, tra le altre, all’università di Padova, che nella sua tradizione secolare di cervelli arrivati dall’estero ne ha ospitati tanti, come l’astronomo polacco Niccolò Copernico. Chissà che ne penserebbe il padre dell’eliocentrismo del regolamento dell’ateneo che preclude agli universitari non italiani la possibilità di entrare nelle rappresentanze studentesche: tra i requisiti per l’elettorato passivo c’è infatti il “godimento dei diritti politici”.
La polemica è scoppiata in questi giorni, con la chiusura delle candidature per le elezioni studentesche del 13 e 14 maggio.
”Sono stati davvero tanti gli studenti che ci hanno contattato perché interessati alla rappresentanza; ma siamo stati costretti a spiegare loro che l’Università di Padova non li considera meritevoli di diventare rappresentanti” spiega il Sindacato degli Studenti. “E’ una scelta che riteniamo inaccettabile e soprattutto priva di qualsiasi fondamento logico: perché chi paga regolarmente le tasse ed è a tutti gli effetti un soggetto che vive l’Università non può diventarne parte attiva?”
Marco Zabai (Udu-Studenti per) parla di “ una discriminazione odiosa”. “Non ha senso – dice – che studenti che sono in regola con le tasse e con gli studi non possano diventare portavoce dei propri colleghi tanto quanto gli altri candidati. Faremo tutto il possibile per abolire questa norma incomprensibile".
Qualcosa, comunque, si muove. Il rettore dell’università Giuseppe Zaccaria si è detto disponibile a cambiare regolamento, e Guido Scutari, che come prorettore si occupa proprio della condizione degli studenti, ha spiegato che finora nessuno si era accorto del problema, ma che se gli studenti lo chiederanno verrà avviato l’iter necessario per la modifica.
Intanto il caso, che potrebbe riguarderebbe anche i regolamenti di altri atenei italiani, è arrivato in Parlamento grazie a un’interrogazione del deputato di Sel Alessandro Zan al ministro dell’università Stefania Giannini.Chiede che “iniziative urgenti” per “garantire a tutti gli studenti, italiani e stranieri, il diritto fondamentale a partecipare in modo attivo ed egualitario al processo democratico di rappresentanza degli organi universitari”.
Secondo Zan l’esclusione degli stranieri dalle rappresentanze studentesche non è solo “ discriminatoria, lesiva dei principi di eguaglianza e parità di trattamento”, ma anche “priva di logica”. “Chi regolarmente paga le tasse universitarie e risulta essere iscritto a un corso di laurea – ragiona il deputato – è da considerarsi a tutti gli effetti, indipendentemente dalla nazionalità, un soggetto che vive l’Università quale parte attiva”.
EP