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Usa. Il programma di Romney: “Nessuna sanatoria”

“Siamo un Paese di immigrati, dobbiamo far crescere l’immigrazione legale per far crescere la nostra economia”, dice il candidato repubblicano alla Casa Bianca. Che punta su lavoratori altamente qualificati e una burocrazia più snella, ma non fa concessioni ai clandestini

 

Roma – 31 agosto 2012 – “Siamo una nazione di immigrati. Siamo i figli, i nipoti, i bisnipoti di quelli che volevano una vita migliore…”

È un passaggio del discorso con cui ieri Mitt Romney ha ufficialmente accettato l’investitura a candidato repubblicano per la corsa alla Cassa Bianca. E al tema dell’immigrazione è dedicato un capitolo importante del suo programma.

L’aspirante presidente promette una “una strategia nazionale sull’immigrazione che rafforzi l’economia degli Usa, rinsaldi la nostra sicurezza, mantenga uniti i nuclei familiari,  affronti il problema dell’immigrazione illegale in maniera civile e risoluta, e continui la tradizione dell’America come nazione di immigrati legali”.

Uno degli slogan è “far crescere l’immigrazione legale per far crescere la nostra economia”. Come? Favorendo l’arrivo di immigrati altamente qualificati, in modo da “assicurare che l’America continui a guidare il mondo per innovazione e dinamismo economico”. Ma anche intervenendo sulla burocrazia dei visti d’ingresso per i lavoratori temporanei.

Il candidato repubblicano dichiara guerra all’immigrazione illegale. Promette quindi uomini e mezzi per controllare le frontiere (parla di “un confine hi-tech”)  ma anche più controllo sui permessi scaduti, visto che anche negli Usa buona parte degli irregolari sono overstayers.  Per disincentivarla, ha poi intenzione di escludere chi non ha un permesso da sussidi statali, possibilità di prendere la patente  e altre agevolazioni.

Romney dice poi di voler favorire i ricongiungimenti, “eliminando le lentezze burocratiche che tengono separate le famiglie”. Lavorerà insieme al Congresso per garantire a chi ha un permesso permanente la stessa priorità riconosciuta ai cittadini per portare mariti, mogli e figli minori negli States.

L’unica apertura ai clandestini riguarda quelli arrivati nel Paese da bambini, che dovrebbero poter avere un permesso permanente o la cittadinanza se “servono onorevolmente nell’esercito degli Stati Uniti”. Romney però “si oppone a una sanatoria perché sarebbe un magnete per l’immigrazione illegale”.

“L’ultima sanatoria fatta nel 1986 – si legge ancora nel programma –  garantì uno status legale a 2,7 milioni di clandestini. Da allora,  i clandestini sono quadruplicati. Non bisogna permettere che ci sia una nuova sanatoria. Gli immigrati illegali che chiedono di mettersi in regola non devono avere alcun vantaggio su quanti stanno seguendo la legge e stanno aspettando il loro turno. Mitt si oppone a ogni politica che permetterebbe agli immigrati illegali di saltare la coda”.

Elvio Pasca

Leggi il programma di Romney sull’immigrazione

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