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Usa: stop alla riforma dell’immigrazione

La destra repubblicana blocca l’iter del progetto di legge appoggiato anche da Bush. Avrebbe permesso una maxiregolarizzazione

WASHINGTON – Torna nel cassetto a tempo indeterminato la riforma dell’immigrazione appoggiata dal presidente Bush sulla quale il Congresso sembrava aver trovato un accordo.

Il progetto di legge è stato ritirato ieri dall’ordine del giorno del Senato a causa dell’ostruzionismo della destra repubblicana, che ha presentato una lunga serie di emendamenti. I promotori hanno tentato di far passare una procedura per l’esame del testo che avrebbe portato subito al voto finale, ma la loro proposta è stata bocciata.

La riforma era centrata su programmi di lavoro temporaneo, con la possibilità di rimanere negli Usa legata a un sistema "a punti" legato all’istruzione e alla professionalità dell’immigrato. Dava inoltre una chance di regolarizzazione ai 12 milioni di clandestini, per lo più ispanici, che vivono negli Usa.

Contemporaneamente, erano previsti maggiori controlli sulla popolazione, l’impiego di più sofisticati sistemi elettronici e il rafforzamento del corpo di polizia di frontiera per sorvegliare confine con il Messico. Un giro di vite che però non è bastato alla maggioranza dei repubblicani. Dopo quello che è successo ieri, è difficile che il testo possa riprendere il suo iter prima delle elezioni presidenziali del novembre 2008.

(8 giugno 2007)

 

EP

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