Roma, 1 marzo 2021 – Il vaccino anti covid ci permetterà di eliminare la pressione sugli ospedali causata dalla pandemia. La dimostrazione è Israele: secondo gli ultimi dati nazionali, solo 1 su 1.500 israeliani completamente vaccinati è risultato positivo al Covid.
Vaccino anti Covid, la dimostrazione di Israele
A riportarlo è il Times of Israel, che sottolinea come di 1,82 milioni di persone che sono state sottoposte al vaccino anti covid all’inizio di febbraio, solamente 1.248, lo 0,07%, erano risultate positive entro il 25 febbraio. I dati sono stati forniti direttamente dal Ministero della Salute. La vera dimostrazione, però, arriva dagli ospedali. In Israele sono ancora a rischio collasso, per via dei 1.247 pazienti ricoverati a causa del Coronavirus. Tuttavia, le statistiche rivelano che di questi la gran parte non erano stati vaccinati. Solamente 122 persone, infatti, sono state ricoverate dopo la seconda dose di vaccino anti covid. Di loro, 73 sono peggiorate e in condizioni momentaneamente gravi. Analizzando le vittime causate dalla pandemia, poi, ne sono state registrate 23 tra i vaccinati.
I dati sono stati accolti con ottimismo da parte di tutti gli operatori sanitari. “Questi numeri indicano che in una situazione teorica in cui abbiamo una copertura vaccinale al 100%, avremmo solo bisogno di poche dozzine di letti COVID in tutto il paese e solo una manciata per i pazienti in gravi condizioni“, ha dichiarato il professore Eyal Leshem, un membro senior del team sul coronavirus dello Sheba Medical Center.
“Chi non si vaccina è come chi guida senza cinture di sicurezza”
Israele è la prova che il vaccino anti covid, e una reale, veloce, campagna di vaccinazioni è l’unico modo che abbiamo per uscire dalla pandemia. “Le persone che scelgono di non vaccinarsi sono simili a quelli che guidano senza le cinture di sicurezza”, ha aggiunto poi Leshem. Secondo il Ministero della Salute, inoltre, il numero pari a 1.248 delle persone risultate positive anche dopo essersi sottoposte al vaccino anti covid potrebbe essere inferiore. E questo perchè 648 di loro sono stati diagnosticati entro le prime due settimane, momento nel quale li si considera immuni. Per alcuni epidemiologi, quindi, potrebbero essere stati contagiati prima di sviluppare l’immunità.
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