Roma, 12 gennaio 2021 – Il vaccino anti covid realizzato da Oxford Astrazeneca è stato presentato all’Ema e ora si attende l’autorizzazione per la sua distribuzione nell’Unione europea. La decisione dovrebbe arrivare entro la fine di gennaio, dopo numerosi ritardi causati dalla sperimentazione di una dose e mezza. In realtà, l’ “errore” ha portato a evidenziare una maggiore efficacia del vaccino sviluppato, per cui ora ci si aspetta che i tempi di approvazione siano piuttosto contenuti.
Vaccino anti covid, la decisione dovrebbe arrivare entro il 29 gennaio
“Buone notizie. AstraZeneca ha presentato il dossier all’Agenzia europea del farmaco (Ema) per far autorizzare il suo vaccino in Ue. L’Ema valuterà la sicurezza e l’efficacia del vaccino. Una volta che il vaccino avrà ricevuto un parere scientifico positivo lavoreremo a tutta velocità per autorizzare l’uso in Europa“, ha scritto su Twitter la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. Il possibile arrivo di un altro vaccino anti covid oltre a quelli sperimentati da Pfizer e Moderna permetterà di accelerare in modo notevole la campagna di vaccinazioni in corso. Per dei numeri più consistenti, però, spiega Sandra Gallina, direttrice generale del dipartimento salute e sicurezza alimentare della Commissione Ue, bisognerà aspettare ancora alcuni mesi.
“La consegna delle dosi di vaccini sarà più ricca a partire da aprile. Nel secondo trimestre arriveranno molte dosi. Nel primo trimestre non sono tutte quelle che avremmo voluto, ma sono quelle che abbiamo negoziato” ha dichiarato Sandra Gallina, a capo dei negoziati con le case farmaceutiche. “Se Astrazeneca otterrà il via libera speriamo che la casa farmaceutica faccia le prime consegne due settimane dopo l’autorizzazione, proseguendo con due consegne al mese. Ma questo è tutto in divenire e deve essere discusso con gli Stati membri”.
16 milioni di dosi all’Italia
Se il vaccino anti covid sviluppato da Oxford e AstraZeneca dovesse ricevere l’autorizzazione da parte dell’Ema, in Italia dovrebbero arrivare 16 milioni di dosi. Il che significherebbe riuscire a vaccinare altre 8 milioni di persone, e avvicinarsi sempre di più all’obiettivo di 13 milioni di vaccinati. A quel punto, infatti, si raggiungerebbe la Fase 1, cioè quella che consentirebbe di avere il primo impatto epidemiologico. Come sappiamo, il vaccino di AstraZeneca e dell’Università di Oxford è stato studiato in collaborazione con l’azienda italiana Irbm di Pomezia. “Il vettore virale è prodotto a Pomezia, nell’impianto Irbm, l’infialamento avviene ad Anagni e la conservazione delle dosi non ha bisogno di temperature a 75 sotto zero.
Vuol dire che per noi, sfruttando Pratica di Mare come hub, sarà tutto più semplice: produzione, distribuzione, conservazione”, aveva spiegato a dicembre il ministro della Salute Speranza. Ora cruciale è rispettare i tempi. Se l’Ema approverà il vaccino anti covid entro la fine di gennaio, allora potrebbe iniziare la distribuzione nel secondo semestre dell’anno. E così il raggiungimento dell’obbiettivo sarà sempre più reale.
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