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Vaccino anti covid variante sudafricana, la scoperta di Moderna

Roma, 25 febbraio 2021 – Potrebbe esserci un vaccino anti covid specifico contro la variante sudafricana. L’azienda biotech americana Moderna, infatti, ha inviato le prime dosi ai National Institutes of Health per effettuare tutte le sperimentazioni così da riuscire a trovare le opzioni migliori. Si stanno valutando svariate ipotesi: la possibilità di effettuare un richiamo con il vaccino aggiornato alla variante, o uno con un mix del vaccino già in uno e quello contro la variante sudafricana. Oppure, ancora, di aggiungere una terza dose di questo nuovo.

Vaccino anti covid variante sudafricana, lo studio di Moderna

Ci vorrà un po’ di tempo, ma probabilmente in futuro la decisione su quale dose di vaccino anti covid somministrare, se quello contro la variante sudafricana o altre, sarà presa in base al ceppo più in circolazione. “Stiamo cercando di essere vigili e rapidi di fronte alle varianti. La piattaforma a Rna è molto flessibile e ci permette di testare nuovi vaccini contro le varianti emergenti. Siamo pronti a fare tanti aggiornamenti quanti se ne renderanno necessari per controllare l’epidemia”, ha dichiarato il ceo di Moderna Stephane Bancel.

Questa scoperta potrebbe essere fondamentale. Ad oggi, infatti, i vaccini anti covid studiati si sono rivelati piuttosto efficaci contro la variante inglese, ma meno contro quella sudafricana e brasiliana. Tra l’altro, l’azienda americana Moderna ha già annunciato di essere in grado di aumentare la sua produzione nell’anno 2021, fino ad arrivare a un miliardo di dosi. Nel 2022, poi, dovrebbe arrivare a 1,4 miliardi. In più, al momento, è sotto l’attenzione della Food and Drug Administration l’ipotesi di aumentare le dosi, fino a 15, in ogni fiala. E questo renderebbe molto più semplici alcuni processi industriali. Inoltre, permetterebbe di superare anche il problema della mancanza di vetro adatto per i contenitori dei vaccini.

Ad oggi Moderna ha già consegnato 60 milioni di dosi nel mondo. 55 milioni di queste, però, solamente negli Stati Uniti. L’amministrazione americana, infatti, ha finanziato lo sviluppo del vaccino con un fondo pari a 2 miliardi di dollari, e i National Institutes of Health hanno contribuito alla parte scientifica del lavoro. Intanto, l’Unione europea per i suoi Stati membri ha acquistato 310 milioni di dosi. L’Italia ne ha ricevute quasi 4 milioni dalla Pfizer e circa 250mila da Moderna. Da AstraZeneca, invece, ne sono arrivate più di un milione.

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