Roma, 17 novembre 2020 – Tutto il mondo freme nell’attesa del vaccino anti Covid. Si è parlato di quello prodotto dalla Pfizer, di quello di Moderna. Entrambi al momento sembrano promettere ciò che fino a poco tempo fa veniva considerato l’impossibile. Se tutti e due riuscissero a essere distribuiti entro la fine dell’anno, poi, l’Italia, e più in generale il mondo intero, potrebbe iniziare a tirare un sospiro di sollievo, a vedere la luce in fondo a questo terribile tunnel della pandemia. Ed effettivamente, il progetto è proprio quello. Soprattutto visto che i dati sul vaccino Moderna pare che siano “estremamente promettenti”.
Vaccino Covid, l’americana Moderna: “Dati estremamente promettenti”
Come è stato reso noto nei giorni scorsi, la formula studiata dall’azienda di biotecnologie Moderna sarebbe efficace al 94,5%. Testata su circa 30mila persone, infatti, la malattia si sarebbe presentata in forma grave solamente su 11 persone del gruppo di controllo. “Si è avvalsa anche di un contributo del governo federale americano. Immagino che i dati siano estremamente controllati”, ha sottolineato il direttore generale aggiunto Ranieri Guerra. Per lo stesso motivo l’Organizzazione mondiale della sanità spera che arrivi “un’approvazione rapida degli organi regolatori” per “iniziare la distribuzione quanto prima” del vaccino anti covid.
Tra i primi a essere forniti ci saranno sicuramente gli Stati Uniti. Moderna, infatti, è un’azienda a stelle e strisce, ed è stata finanziata con quasi un miliardo di dollari dal governo USA. Tra l’altro, finora, è quella che ha presentato i risultati più promettenti. Proprio per questi motivi gli States saranno i primi ad usufruirne.
Moderna: “I negoziati rischiano di rallentare la distribuzione”
Non dovrebbe poi tardare ad arrivare anche in Europa. La Commissione europea, infatti, ha concordato con Moderna “la fornitura di 160 milioni di dosi. Ora continuiamo con le negoziazioni e dobbiamo vedere come tradurre questa intenzione in contratto”, ha dichiarato il portavoce della Commissione europea Stefan De Keersmaecker. E questo potrebbe creare non pochi problemi. Il colosso americano, dal canto suo, ha fatto sapere che il prolungarsi dei negoziati per comprare le dosi del suo vaccino anti covid rischia di rallentarne la distribuzione, mentre altri Paesi hanno la priorità perchè hanno già firmato da mesi.
“E’ chiaro che il ritardo non limiterà la quantità totale di dosi del vaccino anti covid, ma rallenterà la distribuzione”, ha sottolineato Stephane Bancel, il Ceo di Moderna, durante un’intervista rilasciata alla Afp. Nella corsa al vaccino, infatti, gli Stati Uniti hanno prenotato 100 milioni di dosi all’inizio di agosto e “abbiamo già diversi milioni di dosi in magazzino” negli Usa. Dosi che sono tutte pronte a essere distribuite non appena arriverà l’autorizzazione al commercio. Anche in questo caso, si parla circa di dicembre.
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