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Velo. Consiglio d’Europa: “No al divieto”

Risoluzione dell’Assemblea generale: "Non si può limitare la libera scelta delle donne"

Roma – 24 giugno 2010 – Il Consiglio d’Europa dice no al divieto generalizzato di indossare il burqa e il niqab, o altri indumenti religiosi. Restrizioni  giuridiche potrebbero essere ammesse solo “per ragioni di sicurezza o quando le funzioni pubbliche o professionali esercitate da un individuo richiedano di dare prova di neutralità religiosa o di mostrare il proprio volto”.

È quanto si legge in una risoluzione adottata ieri all’unanimità dall’assemblea generale del Consiglio d’Europa, organismo internazionale che riunisce 47 Paesi membri e ha il compito di favorire la creazione di uno spazio democratico e giuridico comune in Europa, nel rispetto della Convenzione europea dei diritti dell’uomo e di altri testi relativi alla tutela dell’individuo.

Mentre in Belgio, Francia, Spagna e Italia si cerca di metterlo al bando nei luoghi pubblici, l’Assemblea ha dichiarato che l’atto di indossare il velo da parte delle donne è spesso percepito come “un simbolo di sottomissione delle donne agli uomini”. Tuttavia, un divieto generalizzato negherebbe alle donne “che lo desiderano per libera scelta” il diritto di coprire il proprio viso, hanno sostenuto i parlamentari.

L’Assemblea ha però aggiunto: “Nessuna donna dovrebbe essere costretta ad indossare indumenti religiosi per volere della propria comunità o famiglia. Ogni atto di oppressione, sequestro o violenza costituisce un reato che deve essere punito dalla legge”. I governi europei dovrebbero inoltre cercare di sensibilizzare le donne musulmane in merito ai loro diritti, così come le loro famiglie e comunità, e incoraggiarle a partecipare alla vita pubblica e professionale.

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