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Veneto: in calo l’occupazione straniera nelle piccole imprese

Indagine condotta dalla Fondazione Leone Moressa su un panel di 600 imprese venete con meno di 20 addetti.  Si prevede una ripresa del 3% nell’ultima parte dell’anno.


Venezia, 22 luglio 2011 – L’occupazione straniera nelle piccole imprese venete fa registrare nel primo semestre 2011 un calo dello -0,4% rispetto al semestre precedente, ma si prevede una ripresa del 3% nell’ultima parte dell’anno. Un mercato del lavoro, quello straniero, composto principalmente da lavoratori provenienti dall’Est Europa (prima Romania), che ricoprono professioni scarsamente qualificate e reclutati dalle imprese per supplire alla mancanza di manodopera locale.

Questi, i principali risultati di un’indagine condotta dalla Fondazione Leone Moressa su un panel di 600 imprese venete con meno di 20 addetti, che analizza le caratteristiche del mercato del lavoro straniero, evidenziandone le trasformazioni congiunturali in corso. Andamento occupazionale degli stranieri nelle piccole imprese venete: le variazioni percentuali dell’occupazione nella prima parte dell’anno, mostrano un calo complessivo degli stranieri che si attesta a -0,4 punti percentuali. Un calo piu’ contenuto rispetto a quello che interessa il totale degli occupati nella piccola impresa (-1,0%). (

La riduzione degli occupati stranieri sembra riguardare in particolare i settori dell’edilizia (-1,0%) e della produzione (-0,9%), comparti questi che fanno maggior ricorso alla manodopera straniera: su cento imprese edili 26 annoverano lavoratori stranieri, mentre nella manifattura si tratta di quasi 24 imprese su cento. Rimane invariata l’occupazione nel settore dei servizi alle persone, dove si registra un’alta incidenza di lavoratrici stranieri. Cresce invece il numero di occupati stranieri nel settore dei servizi alle imprese (+2,3%).

Le previsioni per la seconda parte dell’anno, segnalano l’intenzione delle piccole imprese ad assumere piu’ lavoratori tra gli stranieri (+3,0%) che tra gli autoctoni (+0,4%), soprattutto nei settori della produzione, dei servizi alle persone e, in misura minore, nell’edilizia. Le tipologie contrattuali: per quanto riguarda quelle in essere, la gran parte degli stranieri (85,6%), cosi’ come il totale degli occupati (86,9%), e’ inquadrata con contratti di lavoro a tempo indeterminato. Per le future assunzioni pero’ gli imprenditori intervistati dichiarano di voler utilizzare prevalentemente forme contrattuali a termine, non solo per quanto riguarda la manodopera straniera (78,9%), ma anche per quella italiana (71,5%).

I lavoratori stranieri attualmente occupati nelle piccole imprese venete provengono principalmente da paesi europei non comunitari (39,2%), come Albania (18,8%) e Moldavia (6,0%), e da Paesi comunitari (24%), specie dalla Romania (22,4%). Un altro 22,4% dei lavoratori stranieri proviene dall’Africa, principalmente da Marocco (14,0%) e Tunisia (4,4%). Seguono asiatici e americani. Qualifica ed esperienza richiesta. Gli stranieri per la maggior parte ricoprono mansioni non qualificate (46,7%), il 13,1% posizioni semiqualificate, sebbene il 39,8% risulti essere operaio specializzato. A questi lavoratori d’altronde, non viene richiesta un’esperienza lavorativa particolare.

Il 46,7% degli imprenditori intervistati ricerca lavoratori stranieri con esperienza lavorativa generica e, il 27,9% nessuna esperienza lavorativa particolare. Solo il 25,4% di essi, richiede ai lavoratori stranieri esperienza nel settore. Imprenditori e lavoratori stranieri instaurano un rapporto di lavoro principalmente in seguito ad un contatto diretto (52,4%). La segnalazione di persone terze (27,8%) e l’intermediazione di agenzie per l’impiego e del volontariato (19,8%) sono percorsi meno praticati. La maggior parte degli imprenditori (60,0%) assume stranieri perche’ fa difficolta’ a trovare manodopera locale da impiegare nella propria impresa; il 13,6% perche’ considera gli stranieri piu’ seri e affidabili, il 10,9% perche’ accettano mansioni meno qualificate e piu’ pesanti e il 9,1% perche’ sono disposti a lavorare fuori dal consueto orario di lavoro.

Per le mansioni che svolgono, oltre la meta’ degli imprenditori richiede ai lavoratori stranieri una conoscenza approfondita della lingua italiana (52,5%), il 40,9% si accontenta di un livello di conoscenza minimo, mentre appena il 6,6% e’ indifferente al fatto che i lavoratori la conoscano. Il 67,2% delle imprese versa gli stipendi dei lavoratori stranieri su conto corrente, il 26,9% salda i crediti tramite assegno e solo il 5,9% dei pagamenti avviene in contanti. ”Il calo degli occupati stranieri nella piccola impresa veneta nella prima parte dell’anno – affermano i ricercatori della Fondazione Leone Moressa – e’ uno dei sintomi della crisi, che ha visto le imprese di piccole dimensioni piu’ esposte alle criticita’ del momento. Ma il vento sembra lentamente cambiare: le previsioni infatti evidenziano una lieve ripresa nelle assunzioni anche se a termine, che stimoleranno l’occupazione straniera. Le 13.590 assunzioni previste per il periodo estivo in Veneto, di cui 2.419 riservate ai soli stranieri (dati Excelsior Unioncamere), contribuiranno ad alleviare, anche se solo in parte, le difficolta’ degli ultimi anni”.

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