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Viaggi senza visto. Ue ai Balcani: “No agli abusi”

Richiamo della Commissione dopo boom di richieste di asilo da serbi e macedoni. "Libertà, ma anche dei doveri" Roma – 3 marzo 2010 – Dallo scorso dicembre i cittadini di Serbia, Macedonia e Montenegro possono viaggiare nell’area Schengen senza bisogno di visti. Ieri però Michele Cercone, portavoce della commissione Ue, ha chiesto ai tre paesi Balcanici di “sforzarsi per evitare che i loro cittadini interpretino in maniera errata o abusino della libertà di viaggiare senza visti”.

Il richiamo arriva dopo le proteste del Belgio, dove dopo la liberalizzazione centinaia tra serbi e macedoni, soprattutto di etnia albanese, hanno chiesto asilo politico. Il portavoce Ue ha spiegato che "la grande maggioranza di quelle richieste nascono da ragioni economiche [anziché da reali persecuzioni n.d.r.], quindi hanno davvero poche chance di successo".

Il soggiorno senza visto dell’area Schengen può durare al massimo tre mesi e chi entra in questo modo non può lavorare, ma il rischio è che la liberalizzazione apra la strada a flussi di immigrazione clandestina. "Questa libertà comporta anche dei doveri ed è fondamentale non abusare delle regole chiare sulle quali ci si è accordati" ha ribadito Cercone.

Al di là dei richiami, sembra difficile che vengano reintrodotti i visti per serbi, macedoni e montenegrini. Questa situazione però potrebbe pesare su albanesi e bosniaci, rallentando la trattativa con l’Ue per la liberalizzazione.

EP

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