Roma – 26 agosto 2013 – Ancora insulti a Cècile Kyenge, ancora una volta da chi ricopre ruoli istituzionali. Cristiano Za Garibaldi, assessore del Pdl e vicesindaco di Diano Marina, in provincia di Imperia, l’ha paragonata a una prostituta, salvo poi scusarsi sostenendo grottescamente che era nervoso a causa delle tasse.
“Se la becco – ha scritto sulla sua pagina Facebook -…il fatto è che non frequento di notte il rettilineo di Ceriale”. Luogo dove, appunto, è facile trovare sesso a pagamento, tra l’altro offerto soprattutto da donne di origine africana.
Alla vicenda, come al solito, la ministra non ha dedicato molte parole. “È l’ennesima puntata – ha detto – di un attacco costante che non prende di mira tanto e solo la mia persona, quanto chiunque in questo Paese osi pensarla in modo diverso”.
Il vicesindaco poi ha fatto marcia indietro. “La dichiarazione pubblicata ieri – ha ammesso – è stata di cattivo gusto e offensiva. Un’affermazione giunta al termine di un paio di mesi stressanti per l’amministrazione di Diano Marina e per le tasche mie e di tutti gli imprenditori italiani chiamati nei giorni scorsi a pagare contributi, ritenute, Iva”.
Intanto Roberto Calderoli, che aveva paragonato Kyenge a una scimmia, ha recitato a parte del "ce l’hanno tutto con me”: “C'e' voluto un giorno per dire che non doveva essere punito Kabobo'', l'uomo che con un piccone uccise diverse persone a Milano, ''a me per la storia dell'orango … mi hanno denunciato alla procura della repubblica, all'ordine dei medici e una catena di ristoranti mi ha vietato l'ingresso''.
Il vicepresidente del Senato ha sostenuto di essersi ''scusato anche con Gesu'''. ''Sapevo che avrei subito – ha aggiunto – ma sapevo che avrei messo insieme il movimento''.