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Visti d’ingresso e accoglienza per 500 profughi, i vescovi aprono corridoi umanitari

Intesa con lo Stato per il progetto promosso da Cei e Sant’Egidio. Eritrei, somali e sud sudanesi potranno arrivare in Italia senza dover salire sui barconi e una volta qui seguiranno percorsi di integrazione

 

 

Roma – 12 gennaio 2017 – Si aprono nuovi corridoi umanitari per strappare alle onde del Mediterraneo chi fugge da guerre e persecuzioni. 

Cinquecento profughi eritrei, somali e sud sudanesi potranno arrivare in Italia con visti umanitari, nell’ambito di un progetto promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana e dalla Comunità di Sant’Egidio. Queste individueranno i beneficiari in Etiopia, paese di transito per moltissimi profughi,  li porteranno qui a proprie spese e li accoglieranno garantendo loro non solo vitto e alloggio, ma anche percorsi di integrazione, come corsi di italiano o formazione e orientamento professionale. 

Il progetto è analogo a quello avviato anche da evangelici e valdesi. Sarà reso possibile da un protocollo d’intesa (ecco il testo) e firmato stamattina al Viminale da monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei (che agirà attraverso la Caritas Italiana e la Fondazione Migrantes), dal presidente della Comunità di Sant’Egidio Marco Impagliazzo, come promotori, e dal Sottosegretario all’Interno Domenico Manzione e dal Direttore delle politiche migratorie della Farnesina, Cristina Ravaglia, per lo Stato italiano.

 “Troppo spesso ci troviamo a piangere le vittime dei naufragi in mare, senza avere il coraggio poi di provare a cambiare le cose: questo Protocollo consentirà un ingresso legale e sicuro a donne, uomini e bambini che vivono da anni nei campi profughi etiopi  in condizioni di grande precarietà materiale ed esistenziale”, dichiara Mons. Galantino, che aggiunge: “La Chiesa Italiana si impegna nella realizzazione del progetto facendosene interamente carico – grazie ai fondi 8 per mille – senza quindi alcun onere per lo Stato italiano;  attraverso le diocesi accompagnerà un adeguato processo di integrazione ed inclusione nella società italiana”.

Il fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi, commenta: “Questo accordo per nuovi corridoi umanitari, che siamo felici di realizzare con la Cei, risponde al desiderio di molti italiani di salvare vite umane dai viaggi della disperazione. Si tratta di un progetto che offre a chi fugge dalle guerre non solo la dovuta accoglienza ma anche un programma di integrazione. L’Europa, tentata dai muri come scorciatoia per risolvere i suoi problemi e troppe volte assente, guardi a questo modello di sinergia tra Stato e società civile replicabile anche in altri Paesi”.

Secondo l’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati (Unhcr), l’Etiopia oggi è il Paese che accoglie il maggior numero di rifugiati in Africa, più di 670.000 persone: un afflusso di dimensioni tanto ampie è stato determinato da una pluralità di motivi, da ultimo la guerra civile in Sud Sudan scoppiata nel dicembre 2013.

Leggi il testo del protocollo d’intesa

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