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Voto agli immigrati. Il governo ferma Pisa

Annullata la delibera che modificava lo Statuto comunale. Il sindaco: “Era scontato, aspettiamo la Amato-Ferrero”

Roma – 11 gennaio 2008 – Nuovo stop dal governo alle fughe in avanti dei Comuni che vorrebbero portare gli immigrati alle urne anche in assenza di una legge nazionale.

Stamattina, su proposta del titolare del Viminale  Giuliano Amato, il Consiglio dei Ministri ha annullato una delibera del Consiglio comunale di Pisa che estendeva a extracomunitari e  apolidi il diritto di elettorato attivo e passivo nelle elezioni amministrative e circoscrizionali. Una scelta fatta “a fini di tutela e di unità dell’ordinamento”, spiega un comunicato dell’esecutivo, con una formula già utilizzata in passato per casi analoghi.

In particolare, Pisa aveva modificato il suo Statuto per concedere il diritto di voto ai titolari di carta di soggiorno o comunque a chi è in Italia  regolarmente da almeno cinque anni. Gli anni diventavano due per chi aveva in tasca la carta di soggiorno oppure risiedeva regolarmente in città da almeno due anni. 

Il messaggio del governo, supportato anche dai pareri del Consiglio di Stato, è sempre lo stesso: deve essere il Parlamento a decidere se e come gli immigrati possono votare. Del resto, l’elettorato alle amministrative è previsto dal disegno di legge delega Amato-Ferrero sull’immigrazione, che è all’esame della Camera dei Deputati.

“Ci aspettavamo questa bocciatura, perché le leggi nazionali non riconoscono agli Enti Locali la legittimità a intervenire in materia” ammette il sindaco di Pisa, Paolo Fontanelli. “Ma proprio per questa ragione, in funzione di una pressione che ha  l’obiettivo di cambiare la normativa nazionale  e sopratutto di riconoscere un diritto/dovere essenziale per le politiche di integrazione, siamo andati avanti”.

Fontanelli guarda ora con speranza alla Amato-Ferrero e al nuovo Codice delle Autonomie: “Ci auguriamo che con queste riforme si possano trovare le risposte all’esigenza, da tutti riconosciuta, di dare diritti a chi vive e lavora regolarmente nel nostro paese e nei nostri Comuni”.

 

Elvio Pasca 

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