Bossi: "Immigrati? Devono essere mandati a casa". Fini: "Con anatemi non si risolvono i problemi"
Roma – 18 novembre 2008 – Le firme di esponenti del Pdl sotto la proposta di legge per il voto agli immigrati mettono in agitazione il capogruppo alla Camera del partito, Fabrizio Cicchitto.
”È inaccettabile – dice Cicchitto – che su un tema così delicato alcuni colleghi appartenenti al gruppo del PDL abbiano preso l’iniziativa di presentare un disegno di legge firmato con esponenti di tutti i gruppi dell’opposizione, senza che la presidenza del gruppo sia stata minimante interpellata e tenendo conto che questa proposta non è contenuta nel programma di governo”.
Per Cicchitto, sul voto agli immigrati “non vige la libertà di coscienza”, quindi sarà il partito a dettare la linea. “Evidentemente va fatta una scelta politica ricorrendo all’unico strumento decisionale possibile, quello costituito dal metodo democratico. Di conseguenza invitiamo i coordinatori nazionali a convocare riunioni degli organismi statutari che discutano e decidano”.
Il leader della Lega Umberto Bossi, che con il suo partito è da sempre contrario a ogni proposta sul voto degli immigrati, è telegrafico. "Sugli immigrati noi non siamo d’accordo. Per la Lega la via giusta è che devono essere mandati a casa loro. Non c’è lavoro neanche per noi, figuriamoci per loro", ha detto il senatùr.
A Bossi replica indirettamente Gianfranco Fini. Parlando di cittadinanza all’appuntamento promosso da Farefuturo e Con, il presidente della Camera spiega: ”Io non ho una ricetta, faccio delle riflessioni che non possono essere liquidate come boutade estemporanee perché è un tema che ci occuperà per i prossimi 20 anni”. ”Non riesco a trovare argomentazioni logiche contro queste riflessioni. Ci può essere la battuta o l’anatema, ma non si risolve il problema”