(ANSA) – ROMA, 22 APR – In Italia solo 600 mila tra colf e badanti sono in regola, il resto, cioé un milione e mezzo, lavora in nero. Sono le stime di Domina, sindacato dei datori di lavoro domestico, che ha cercato di indagare sui motivi per cui le famiglie italiane preferiscono instaurare un rapporto di lavoro non dichiarato con i loro collaboratori domestici. Costi eccessivi e mancanza di informazione: sono queste, secondo Domina, alcune delle principali ragioni del sommerso. Ma ci sono anche altre cause, come il fatto che le famiglie non vengono messe in guardia sul rischio vertenza, sugli incidenti domestici (che senza un’adeguata assicurazione possono portare sul piano penale le responsabilità della famiglia datore di lavoro) o sulle lungaggini burocratiche che si devono affrontare quando c’é un lavoratore straniero. Inoltre, secondo Domina tutto il contratto nazionale dedicato al lavoro domestico ha un vizio di fondo: è frutto di un "esasperante e rigido sindacalismo, che determina un vecchio modo di concepire le politiche lavorative", per cui anche un pensionato, che instaura un rapporto di fiducia e spesso di subalternità psicologica con una persona che si prenderà cura della sua salute, diventa tout court un datore di lavoro e come tale viene trattato. Le difficoltà poi si materializzano fin dal momento in cui si decide di assumere regolarmente una badante, dovendo sciogliere il nodo del livello di categoria in cui conviene inquadrarla. Oppure in caso di licenziamento, quando il contratto prevede 15 o 30 giorni di preavviso da parte del datore di lavoro ma la metà se è la badante a dare le dimissioni, con i prevedibili disagi per il pensionato. Domina si propone di incontrare i futuri ministri interessati, per trovare insieme soluzioni che sostengano e aiutino di più le famiglie.(ANSA).
WELFARE:SINDACATO DATORI LAVORO COLF,CONTRATTO TROPPO RIGIDO
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