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Zaia: “Falsi profughi, alla moda e col telefonino”

Il governatore del Veneto: "In Tunisia la vita è tornata normale. Non è un’emergenza umanitaria"

Roma – 24 marzo 2011 – "Quelli che arrivano con le scarpe da ginnastica firmate, il giubbottino all’occidentale e il telefonino in mano non è gente che chiede asilo politico”.

In un’intervista a ‘Il Giornale’, il governatore del Veneto, Luca Zaia se la prende con quelli che sarebbero falsi profughi. “Gli italiani – dice – sono indignati da questo spettacolo. Lampedusa non e’ invasa da rifugiati politici o disperati, ma da tunisini che fuggono da un territorio nel quale e’ ripresa la vita normale e sono state riaperte le aziende: lo dico perchè laggiù lavorano tante imprese venete”

“I barconi dell’emergenza umanitaria – ricorda il governatore- li abbiamo visti tutti in passato. Erano carichi di gente di ogni tipo, donne, vecchi, bambini. Oggi sbarcano soltanto ragazzi di 25-35 anni senza famiglia che appaiono in carne, bene messi non così sprovveduti. Qualche barcone posso capirlo; questi invece sono tutti maschi che sborsano duemila euro agli scafisti per fare la traversata".

Riguardo al piano di redistribuzione dei profughi tra le Regioni italiane, Zaia dice che “in Veneto faremo la nostra parte. Si tratterà, però  di dare asilo politico. La cifra di 50mila profughi è virtuale, e al momento è pari a zero. E poi occorreranno opportuni correttivi. Il Veneto ha già un`importante pressione demografica straniera e abbiamo avuto l`alluvione".

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