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Zona rossa arancione e gialla: quali Regioni cambiano status

Roma, 9 novembre 2020 – I dati sul coronavirus non permettono di prendersi un momento di tregua. Per questo già oggi, a soli quattro giorni dall’entrata in vigore dell’ultimo Dpcm, la mappa che definisce una zona rossa, arancione o gialla è già cambiata. Toscana, Liguria, Abruzzo, Basilicata e Umbria, infatti, passeranno dall’essere zona gialla ad arancione. Un’altra modifica, certificata però autonomamente, avverrà in Alto Adige: la regione a statuto autonomo ha scelto di dichiararsi zona rossa, applicando quindi il lockdown per decisione della giunta di Bolzano. Domani si deciderà, inoltre, se far diventare zona rossa la Campania.

Zona rossa, arancione e gialla, quali regioni cambiano

Con la pubblicazione dei nuovi dati del monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità, era ovvio che qualcosa sarebbe cambiato. Così, la collocazione di alcune Regioni nelle varie zone rosse, arancioni e gialle è stata modificata in fretta. Al momento, nessuna Regione ha avuto la possibilità di allentare le restrizioni: per poter cambiare status e passare a uno inferiore, infatti, è necessario rimanere nella propria area di colore per almeno 15 giorni, così da poter verificare gli effetti delle misure. Diverso, invece, è se la necessità è quella di aumentare le restrizioni. Secondo quanto riportato dall’Ansa, la firma del ministro Speranza che certifica le modifiche dovrebbe arrivare entro questa sera. A passare dall’area gialla a quella arancione, da mercoledì 11, saranno Abruzzo, Basilicata, Toscana, Liguria e Umbria. Altro passaggio, dichiarato però autonomamente e prima della decisione del ministero, è quello dell’Alto Adige: la provincia autonoma diventerà zona rossa.

Di fatto, nonostante gli sforzi la situazione epidemiologica è ancora in peggioramento, e lo dimostrano i dati dei bollettini. Di conseguenza, anche gli ospedali incominciano a soffrire e in alcune Regioni si possono considerare già in allerta da capienza massima. Il presidente della Federazione degli ordini dei medici Filippo Anelli, infatti, ha addirittura suggerito di imporre un lockdown totale: “La situazione tra un mese sarà drammatica, serve un lockdown totale in tutto il Paese”, ha dichiarato.

Le regole da rispettare in base alle aree

A differenza delle altre Regioni, l’Alto Adige ha deciso in autonomia di aumentare le misure di contrasto alla diffusione del coronavirus ed è diventato zona rossa. Nella provincia di Bolzano, infatti, la situazione è ritenuta particolarmente critica a causa dell’aumento dei contagi. L’ordinanza è stata firmata dal presidente della Provincia autonoma Arno Kompatscher, ed entrerà in vigore già da oggi. “Siamo oltre il tempo massimo, i campanelli d’allarme non possono più essere ignorati”, ha affermato il governatore.

Nella zona arancione, così come in quella rossa, bisogna rispettare delle misure più restrittive rispetto a quelle imposte nella zona gialla. Oltre al coprifuoco previsto dalle 22 alle 5 del mattino e alle altre norme nazionali, in entrambe le aree è vietato uscire ed entrare nella Regione, così come spostarsi da un comune all’altro. Sono chiusi i bar e i servizi di ristorazione, ma rimane permesso l’asporto fino alle 22 e la consegna a domicilio. Le lezioni in presenza sono concesse solamente per i servizi d’infanzia, le scuole elementari e le medie. Mentre per quanto riguarda le scuole superiori e le università è stata imposta la didattica distanza al 100%. Durante la giornata, ci si può spostare esclusivamente per comprovate esigenze, quindi per motivi di lavoro, salute, necessità o per portare i figli a scuola. Ovviamente, è sempre necessaria l’autocertificazione.

Nelle zone rosse sono chiusi anche i negozi, tutti tranne le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità, quindi alimentari, supermercati, farmacie, edicole e tabaccherie. Qui, infine, la didattica a distanza è stata prevista anche per la seconda e la terza media. Inoltre, non è permesso nemmeno spostarsi all’interno del Comune, se non per comprovate esigenze.

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