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Flussi d’ingresso, Modena da record

La Direzione Provinciale del Lavoro ha già esaminato tutte le domande. Con un solo uomo a disposizione

Roma – 1 aprile 2011 – “I primi in Italia? Forse sì, ma non lo scriva, non vogliamo attirarci invidie”.

Scherza Eufranio Massi, direttore della Direzione provinciale del Lavoro, e non nasconde la soddisfazione per il lavoro dei suoi uffici: da qualche giorno hanno concluso l’esame delle domande dei flussi d’ingresso, dispensando pareri positivi, richieste di integrazioni e bocciature. Ora lo Sportello Unico può convocare i datori di lavoro.

Le domande, in provincia di Modena, sono state oltre diecimila, solo milletrecento si aggiudicheranno una quota. Gara durissima, testimoniata dagli orari delle ultime domande accettate (salvo future bocciature): “Tranne che per i lavoratori del Niger, per tutte le altre nazionalità privilegiate le quote sono andate esaurite in una trentina di secondi, per i domestici di altre nazionalità solo in dieci secondi. Questo dimostra che i flussi sono davvero una lotteria” commenta Massi.

Ma da quanti uomini è composta la squadra dei flussi? “Non è proprio una squadra, abbiamo una sola persona che ci si dedica a tempo pieno. Purtroppo ci sono forti carenze di uomini e mezzi, ma questo non ci impedisce di raggiungere risultati importanti” dice il direttore. Un esempio è l’aggiornatissimo sito internet della Dpl di Modena, caso unico in Italia e punto di riferimento per chi si occupa di Lavoro.

L’uomo del record, quello che da solo ha esaminato tutte le domande, si chiama Corrado Spitaleri, ispettore del lavoro. Lui non si ferma mai: “Ora che ho finito con i flussi 2010, passo alle domande per gli stagionali. Poi rimarrò allo Sportello unico per le convocazioni” dice. Quando finirete? “Non si può dire:  anche se gli uffici lavorano bene, i tempi si allungano sempre, tra i datori che non si presentano, integrazioni e altre situazioni particolari”.

Spitaleri verifica soprattutto se una domanda di assunzione è economicamente sostenibile. “Difficilmente diciamo di sì a chi chiede più di una colf, a meno che non ci dimostri che ha una casa molto grande e un reddito alto. Per le aziende il parametro è che abbiamo un fatturato di venticinquemila euro per ogni persona da assumere. Altrimenti come la pagano?”.

In tanti anni di flussi, l’ispettore ne ha viste di cotte e di crude. “Gente che chiedeva quattro colf, aziende inesistenti o create solo per fare la domanda” racconta.  Situazioni che si ripetono sopratutto perché i flussi sono una grande occasione di regolarizzazione. Lo suggerisce anche un dato fornito da Spitaleri: “Per i domestici, il 90% delle domande arriva da datori stranieri”. Quanti di loro hanno davvero bisogno di una colf?

Elvio Pasca

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