in

Forze dell’ordine

Il problema della discriminazione con riguardo alle forze dell’ordine rappresenta un ambito molto delicato e spesso è molto sottile il confine tra l’esercizio dell’uso della forza diretto a contrastare attività criminali e l’esercizio del potere pubblico in materia di controlli per la sicurezza.


Nonostante non si sia ancora sviluppata una casistica di riferimento – elemento dovuto soprattutto al timore di ritorsione da parte di colui che vuole denunciare un comportamento discriminatorio realizzato da un rappresentante delle forze dell’ordine – è possibile affermare che i casi maggiormente frequenti di comportamenti discriminatori si individuano:


–    nel controllo eccessivo nei confronti di determinate categorie di persone, spesso legato a stereotipi e luoghi comuni (persone di cittadinanza italiana fermate perché di colore nero);


–    difficoltà di dialogo e di comprensione tra la persona straniera e il rappresentante delle forze dell’ordine. 


Si ritiene fondamentale in quest’ambito lavorare sulla formazione del personale, affinché le forze dell’ordine possano svolgere al meglio il ruolo loro assegnato di tutela e protezione dell’individuo, stranieri compresi.

giurisprudenza di riferimento:


Corte europea dei diritti dell’uomo, sentenza Nachova e altri c. Bulgaria, del 6 luglio 2006, ricorsi n. 43577/98 e 43579/98, uccisione da parte della polizia militare di due ragazzi Rom con movente razzista degli agenti di polizia. La Corte europea, in questo caso, ha richiesto allo Stato di utilizzare tutti i mezzi disponibili per combattere il razzismo e la violenza per motivi razzisti.

<<INDIETRO
TORNA ALL’INDICE
AVANTI>>  
Clicca per votare questo articolo!
[Totale: 1 Media: 1]

Erogazione servizi da enti pubblici e/o privati

Mass media