Roma – 9 aprile 2013 – Nel 1978 a Milano, da mamma eritrea e padre italo etiope che si sono conosciuti all’ombra del Duomo, nasce Asli Haddas, un vulcano di energia con tanta voglia di condividere idee. “All’epoca non c’erano tanti figli di immigrati, io ero una novità.
Sono cresciuta cercando di andare oltre all’essere parte di qualcosa, ho sempre voluto vivere in una dimensione di scambio. Non ho problemi a essere contaminata, perché parto da una mia storia”
“Questo non è un ostello come gli altri, destinato solo a ospitare viaggiatori, ma un luogo dove diverse influenze si incontrano e diventano un tutt’uno. Avrei sempre voluto un posto a Milano dove potessero vivere sia le persone di passaggio che i milanesi stessi. Un luogo un cui ci si incontra e si scambiano idee, esperienze e progetti. Un contesto in cui nessuno è straniero, dove gli artisti di zona possano esprimersi e i turisti possano vivere la città e vengano inclusi in essa”.
Asli è una milanese cittadina del mondo. “Dopo il diploma come perito aziendale, l’università mi ha offerto la possibilità di concludere gli studi in Inghilterra. Londra per me è stato un punto di partenza, perché da li ho imparato a viaggiare in tanti alti modi, rispetto al classico gruppo di amici. Ho iniziato a viaggiare da sola e mi sono spinta in estremo oriente fino alla Nuova Zelanda, che mi è rimasta nel cuore. A Londra ho anche imparato ad impegnarmi per ottenere i risultati e ad essere creativa”.
Laureata in International Business, Asli torna a Milano e lavora per dieci anni nel settore informatico. “Ho ricoperto diversi ruoli nella stessa azienda, era un impegno che mi piaceva e mi ha fatto viaggiare molto, ma da quando i progetti dell’azienda non sono andati in porto è iniziata una lunga e lenta fase di declino e ho deciso di dimettermi”.
“Desideravo avere un lavoro autonomo e indipendente così ho unito in un unico progetto tutte le mie passioni: il viaggio, l’impegno nel sociale e il piacere delle influenze e dello scambio. Mi sono detta “ora o mai più” e ho deciso di investire su di me e sulle mie sensazioni, forse anche con un po’ d’incoscienza”.
“Non è stato facile, le banche non mi davano ascolto e così mi sono rivolta al micro credito, un sistema che esiste da tanti anni nei paesi africani e asiatici, e che dà sostegno ai piccoli progetti come il mio. È uno strumento che consiglio a tutti i giovani che desiderano realizzare il loro sogno”.
“Grazie a quei soldi ho potuto realizzare la mia start up, farmi conoscere ed iniziare ad accumulare capitale. Il progetto è piuttosto ambizioso, per ora ho preso in affitto una palazzina di quattro piani con un cortile interno, classico stile milanese. Un piano è interamente dedicato alla caffetteria in cui verranno organizzati incontri, mostre e aperitivi a tema, mentre l’ostello, che inaugureremo a maggio, avrà cinque stanze con bagno e spazio condiviso”.
“L’ostello a cui mi sono ispirata di più tra quelli che ho girato nel mondo è quello a Cape Town, in Sudafrica. Ho voluto portare nella mia città quella dimensione internazionale e di interscambio che ritrovavo nelle altre città del mondo”.
Samia Oursana