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Elisa: “Nella mia vita su e giù, la danza è un punto fermo”

È nata in Cina, si è trasferita a Roma, poi a Bologna e quindi è tornata nella Capitale. “Ricominciare per tre volte è stato complicato, poi ho scoperto che sotto la Stazione Termini si balla…”

Roma – 17 aprile 2013 – Mao Ming, per gli amici Elisa ha 19 anni e una grande passione: “Grazie alla danza ho trovato la mia serenità”.

“Avevo nove anni quando da Zhejiang ho raggiunto la mia famiglia a Roma. Non è stato facile per me trovare il giusto equilibrio qui in Italia. Dopo aver vissuto a Roma per cinque anni ed aver stretto le prime amicizie, la mia famiglia ha deciso di trasferirsi a Bologna per aprire un bar”.

“Nei tre anni trascorsi in quella nuova città ho trovato la mia migliore amica e avevo iniziato ad andare alle superiori, avevo deciso di frequentare la scuola alberghiera, non era proprio quello che sognavo di fare, ma mi trovavo bene”.

“Quella situazione di serenità che ero riuscita a costruire si è però sgretolata in un attimo quando i miei genitori mi dissero che volevano tornare a Roma, perché l’attività su cui avevano investito non era adatta a loro e che era meglio tornare a quello che hanno sempre fatto, lavorare nel settore dell’abbigliamento. Poi qui c’è buona parte dalla nostra famiglia”.

“Tornare a Roma per me fu bruttissimo, ho anche avuto molto problemi a scuola e mi hanno bocciata per due anni. Insomma ricominciare per la terza volta fu piuttosto complicato, sia dal punto di vista pratico che psicologico”.

“Avevo stretto delle nuove amicizie, tra cui dei ragazzi di origine cinese come me, che mi fecero vedere il video di come passavano le loro giornate ballando e divertendosi. Quel video mi fece una buona impressione e mi fece venire voglia di ballare, così chiesi ai miei amici se un giorno mi portavano con loro”.

“Ho sempre amato la danza, ma l’ho sempre fatto per conto mio così come fanno tutte le ragazze, non avrei mai immaginato di iniziare a ballare seriamente”.

“Dalla prima volta che ho messo piede a Termini Underground, un centro di aggregazione artistica ceh si trova sotto il binario 21 della principale stazione di Roma, fu un colpo di fulmine e da subito quella divenne la mia seconda famiglia”.

“Ballare mi rende felice è il momento delle giornata in cui più mi sento bene. La danza è la mia più grande passione: un linguaggio fato di passi, movimenti e gestualità che non ha bisogno di traduttori. Non credo che se avessi iniziato a ballare in una normale scuola di danza qualunque mi sentirei nello stesso modo, li nessuno mi giudica per i miei tratti somatici, ballo e basta”.

“Nella sala prove di Termini Underground non ci sono disuguaglianze, la maggior parte dei ragazzi che frequenta questo luogo ha origini straniere e si respira aria di fraternità, infatti siamo tutti amici. Ballare è anche un modo per dimenticarsi dei problemi della vita di tutti i giorni e quella sala è un vero laboratorio di convivenza. Anche se veniamo da contesti diversi ci capiamo e ci confrontiamo tra di noi cercando di aiutarci a vicenda”.

“Ora stiamo preparando un nuovo spettacolo, si chiama  “Sogno: l’amore parla tutte le lingue del mondo” e si ispira a Sogno di una Notte di Mezza Estate di Shakespeare. Lo presenteremo a maggio, poi inizierà la tournee”.

“Mi piacerebbe molto che la danza diventasse la mia professione, ma devo ammettere che la parte teorica proprio non mi piace, preferisco la pratica”.

“Il mio sogno è girare il mondo, sono una persona molto curiosa e mi piacerebbe vivere in un paese più libero come gli Stati Uniti, ma per ora non faccio molti progetti, vivo la mia vita giorno per giorno. Di una cosa sono certa, sì, sono sicura che non tornerei mai in Cina, ormai la mia mentalità e il mio modo di vedere la vita è troppo all’italiana”.

Samia Oursana
 

 

 

 

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