Roma – 4 novembre 2013 – Essere e sentirsi pienamente italiani, senza rinnegare le proprie origini. Dire che l’Italia “è casa nostra” e agire di conseguenza.
Sun Wen-Long è nato a Brescia, ha 24 anni è laureato in ingegneria informatica e attualmente vive a Bologna. Nei giorni scorsi ha aperto un dibattito acceso all’interno della comunità cinese, con due lettere pubblicate sul sito di Associna, associazione di ragazzi e ragazze di “seconda generazione”.
“Mio nonno Giuseppe – scrive Sun Wen-Long – arrivò in Italia nel 1957, dopo aver passato un anno a Hong Kong quando ancora era illegale uscire dalla Cina. Prima ancora di lui suo fratello Umberto sbarcò a Venezia nella metà degli anni ‘30. Entrambi hanno passato più di 40 anni qui in Italia. Sono tornati almeno una volta in Cina prima di morire. Potevano tranquillamente decidere di rimanere là ed avere la tomba lì, sulle montagne di Qingtian, però entrambi hanno deciso di concludere la loro vita a Bologna, dove hanno addirittura comprato le tombe per tutta la famiglia. Avevano la possibilità di tornare in Cina ed invece hanno scelto di rimanere a Bologna dove con i loro figli, nipoti ed amici passavano le serate a giocare a Mahjong, dove hanno costruito una vita, la loro vita”.
“Mio nonno Giuseppe ha semplicemente pensato che una tomba in Cina, sarebbe stata piena di polvere e con dei fiori freschi ogni tanto in un anno. Qui invece posso pregarlo ed onorarlo quando voglio, perché è qui che abbiamo messo radici io e la mia famiglia”.
“Fortunatamente io non sono l’unico. In Italia ci sono tanti ragazzi e tante famiglie di origine cinese che nonostante tutti i problemi, nonostante la crisi, nonostante le difficoltà hanno scelto di vivere e lavorare in Italia e morirci”.
“E allora cerchiamo di fare qualcosa, di difendere i nostri diritti e dire che anche questa è casa nostra. Qui lavoriamo, qui cresciamo i nostri figli e qui abbiamo la nostra casa. Cerchiamo di difendere ciò che abbiamo costruito con fatica ed impegno, cerchiamo di difenderci in modo costruttivo, cerchiamo di comunicare di più con la società italiana, cerchiamo di trovare delle soluzioni insieme, cerchiamo di essere sinceri con noi stessi. cerchiamo di apprezzare ciò che ci ha dato l’Italia e allo stesso tempo di condannare qualsiasi forma di discriminazione”….
…continua a leggere su Italianipiu.it, il portale delle seconde generazioni