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Zanko, el arabe blanco. Rap cosmopolita from Milano

Sta per uscire il nuovo album del rapper milanese. “Canto in più lingue, per valorizzare la mia identità plurale”

Roma – 22 febbraio 2013 – Nell’ immaginario collettivo l’arabo è una persona con la pelle scura con i tratti somatici ben delineati e magari con la barba. Ma c’è un rapper che ci tiene a sottolineare che non è proprio così, è Zanko, “el arabe blanco”.
Milanese, siriano o semplicemente cittadino del mondo. Zanko ha 30 anni, una laurea in odontoiatria e il rap nel sangue!

Non solo italiano. “Canto in più lingue, per valorizzare cioè che fa parte della mia identità. Io sono ‘anche’ italiano, ma non solo, mi sento parte di più culture e realtà. Questo lo esprimo con la mia musica, attraverso la quale cerco di trasmettere messaggi importanti.

Per mezzo dell’arte si possono dare degli input per smuovere le coscienze. Alcuni giornalisti mi hanno definito “il rapper islamico”, solo perchè canto anche in arabo, ma questo è sbagliatissimo. É come definire “rapper cristiano” ogni rapper che canta in italiano”.

Un messaggio. “Ogni mio brano nasce da un’ esperienza che ho vissuto o per manifestare uno stato d’animo. Il mio, in un certo senso, è anche un impegno sociale, di sostegno a molte campagne e movimenti. Ad esempio, non ho potuto restare indifferente alle rivolte in Siria e da subito ho iniziato a scrivere su facebook e ho realizzando una canzone di denuncia verso il regime che è anche stata rimossa da You Tube, questo vuol dire che il mio messaggio è arrivato a chi doveva arrivare”.

Il rap. “Il mio è uno dei primi progetti “multietnici” nello scenario artistico italiano. L’approccio con l’arte è iniziato molto presto, da giovanissimo. Sono sempre stato attratto dal rap, ho iniziato a comporre le prime rime da piccolo e piano piano mi sono avvicinato a tutte le discipline di questa espressione. Writing, braking, djing, mcing e bit boxing. Quest’ultima è veramente una disciplina di famiglia, tutti i miei fratelli la praticano”.

Identità plurale. “Ho avuto modo di viaggiare molto e ho vissuto a Parigi, a Montreal e a Damasco queste esperienze mi hanno permesso di approfondire la mia conoscenza del mondo, di ampliare il mio punto di vista rispetto alla vita e soprattutto di sentirmi parte di diverse culture”.

“Nella cultura hip hop ho trovato me stesso, perchè è uno scenario variegato e multietnico di natura, forse perchè ci si identificano molti cittadini di serie B e attraverso il rap si rivendica uno stato d’animo e a Milano questa realtà è rappresentata molto bene. É una metropoli cosmopolita e internazionale a tutti gli effetti. Non a caso il mio ultimo disco si chiama ‘MetroCosmoPoliTown’”.

Next album. “Oggi sono impegnato con il mio prossimo album, che uscirà tra poco, sul quale ho lavorato molto, è un disco completamente autoprodotto e ci saranno featuring con altri artisti della scena hip hop italiana come Esa, Jack the Smoker, Marya, Kuno e Kalafro. Non è mai stato facile vivere solo di hip hop, soprattutto in questo momento. E per la cultura siriana lo studio è alla base di ogni cosa: ‘studiare per campare’. Quindi di giorno esercito la mia professione e la sera porto avanti la mia passione per il rap”.

Samia Oursana
 

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