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Il vaso di Pandora del razzismo

Ormai è aperto, come richiuderlo? di Daniela Carlà, Giuseppe Casucci, Luca Cefisi, Christopher Hein e Piero Soldini

Roma – 23 ottobre 2008 – Lo scorso giugno abbiamo lanciato un appello contro le discriminazioni e le violenze perpetrate nei confronti della popolazione zingara in Italia.


Discriminazioni che si sono concretizzate anche in alcuni provvedimenti assunti dopo i poteri speciali  ai sindaci, attraverso qualche dichiarazione di membri della maggioranza di governo, in raid indiscriminati contro i campi nomadi, nella proposta di schedatura anche dei bambini, nella proposta di espulsione dal territorio italiano di cittadini anche comunitari. Tutto ciò ha contribuito a un clima di insofferenza e pregiudizio e ha alimentato leggende metropolitane.

Abbiamo evidenziato allora che il razzismo è come il titolo della famosa acquaforte di Goya: un mostro generato dal sonno della ragione.

Abbiamo lanciato una campagna che ha immediatamente raccolto le adesioni di oltre 650 personalità, con l’obiettivo di far sentire la voce di chi si oppone alla criminalizzazione del diverso, alla xenofobia, diffusa persino attraverso leggi e nelle istituzioni. Siamo convinti, più che mai, che il razzismo, comunque motivato, è pericoloso non solo perché nega libertà e diritti umani fondamentali, ma anche in quanto apre la strada a comportamenti abnormi,  anche individuali. Tutto questo è emerso nell’iniziativa realizzata presso la Provincia di Roma lo scorso 4 luglio.

In quell’occasione, abbiamo confermato la volontà nostra e di tutti i firmatari di evitare iniziative sporadiche ed estemporanee, monitorando invece la condizione degli zingari nel nostro paese, con riflessioni e iniziative periodiche, anche per valutare, nell’immediato, gli esiti del censimento in corso.

Gli episodi di aperto razzismo e xenofobia  si stanno nel frattempo moltiplicando, forti anche di chi predica la delazione persino di chi va a curarsi in ospedale.

La campagna contro i ROM è il tassello più vistoso  di una offensiva mirata contro l’immigrazione e,  in generale, “i diversi”, nel vano obiettivo di impedire  i flussi migratori attraverso le minacce e la paura. Ma gli sbarchi di profughi si sono moltiplicati e la situazione rimane ingovernabile.

Il ripetersi di atti di razzismo, pubblico o individuale, confermano – se ce n’era bisogno – la verità contenuta nel racconto del poeta Esiodo: e cioè che quando si apre il vaso di Pandora del razzismo e lo si legittima, si rischia poi di non essere più in  grado di controllarne i mali e gli effetti.

Sono molte le iniziative e le mobilitazioni già in essere o in programma, promosse da persone, associazioni ed organizzazioni sensibili ai temi della solidarietà e la lotta alle discriminazioni. E’ importante, allora, trovare momenti di raccordo e di iniziativa comune, sostenendo una campagna di mobilitazione contro ogni forma di razzismo.
   
Intanto, vi proponiamo per i primi giorni del mese di dicembre una nuova occasione per incontrarci e indicare soluzioni approfondendo i recenti sviluppi, inclusi i censimenti della popolazione rom. Fateci pervenire, nel frattempo, materiali e proposte per l’approfondimento. Potete scrivere a g.casucci@uil.it.

A presto

Daniela Carlà
Giuseppe Casucci
Luca Cefisi
Christopher Hein
Piero Soldini

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