Il nuovo sindacato del Sei Ugl traccia i punti da seguire in direzione di una futura proposta di legge
Roma – 22 maggio 2008 – In occasione della prima riunione del Coordinamento nazionale del Sindacato dei Mediatori interculturali del Sei Ugl è stata lanciata la piattaforma volta a ottenere il riconoscimento a pieno titolo della figura del mediatore interculturale.
“In questa prima fase – spiega Klodiana Cuka, una delle coordinatrici del sindacato – ci occupiamo di coinvolgere più persone possibile. Siamo aperti a ogni collaborazione di studiosi, accademici e soprattutto mediatori interculturali in opera o aspiranti tali che si stanno formando. La piattaforma è costituita dal documento programmatico che spiega la nascita del sindacato – aggiunge Cuka -, dai punti fermi e dalle adesioni da parte delle persone”.
I cosiddetti “punti fermi”, alla base della piattaforma sono principalmente quattro:
– unificare i criteri e la metodologia della formazione su tutto il territorio nazionale per potere dare ai mediatori la possibilità di spostarsi da una regione all’altra;
– procedere a una formazione settoriale (scuola, ambito sanitario, penitenziario, sportelli, enti locali, ecc) per far diventare questa professione – inserita come tutte le altre tra i profili ISFOL – un lavoro che possa dare non solo dignità all’immigrato (visto che è l’unica possibilità di crescita professionale fino quando non si arriva all’equipollenza dei titoli di studi), ma anche una professione stabile che possa assicurare una retribuzione mensile senza dover sottostare al rinnovo di progetti da 20 ore;
– sollecitare i vari ministeri affinché sostengano progetti per l’inserimento dei mediatori presso le strutture pubbliche;
– dare precedenza ai mediatori immigrati o madrelingua e agevolare l’inserimento degli studenti italiani, solo con ottima conoscenza non solo della lingua ma anche degli usi, dei costumi, delle legislazioni dei paesi coinvolti.
Su questi punti si basa anche la proposta di legge che il sindacato vuole presentare. “Ci mettiamo subito al lavoro – garantisce Klodiana Cuka – per poterla fare entro la fine dell’anno. In quell’occasione potremmo organizzare anche un incontro nazionale dei mediatori interculturali, un idea che in tanti ci hanno proposto”.
Per ora le forze sono concentrate sulla comunicazione. “Avendo più voci – dice Cuka – si potranno fare maggiori e più veloci passi in avanti. Aspettiamo opinioni e adesioni da mediatori di ogni nazionalità, anche se la nostra iniziativa nasce in tutela dell’immigrato”.
Per facilitare l’interscambio il sindacato metterà sul sito www.seiugl.it una newsletter mensile. Nelle sue intenzioni c’è anche quella di creare un tavolo di lavoro permanente in materia di mediazione coinvolgendo il Ministero del lavoro, il Ministero dell’Istruzione, il CNEL (Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro), l’AICCRE (la sezione italiana del consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa). È prevista anche l’organizzazione di una Consulta nazionale e una banca dati dei mediatori, che coinvolgano gli interessati a livello nazionale.
A curare l’organizzazione del nuovo sindacato, presieduto da Luciano Lagamba, sono state chiamate tre rappresentanti del Sei Ugl, da tempo impegnate nelle battaglie in difesa dei diritti degli immigrati: Klodiana Cuka, Natalya Tsebryk e Clarisse Niagne Essane. Si può contattare il sindacato al numero 06.32482225-284, all’e-mail mediatoriinterculturali@ugl.it o all’indirizzo: via Margutta, 19, a Roma.