Roma, 20 maggio 2024 – La questione su chi debba decidere la scuola del figlio in caso di separazione dei genitori è un argomento complesso e delicato che richiede un’attenta valutazione di molteplici fattori legali, emotivi, economici, logistici ed educativi.
La Legge e l’Interesse Superiore del Minore
La legge italiana prevede che, in caso di disaccordo tra i genitori su questioni inerenti l’educazione e la crescita del figlio, uno dei due possa rivolgersi al giudice affinché venga adottata la soluzione più idonea per l’interesse superiore del minore. Questo principio guida le decisioni giudiziarie, mettendo al centro il benessere e lo sviluppo equilibrato del bambino.
La Scelta tra Scuola Pubblica e Privata
La scelta della scuola, che si tratti di un istituto pubblico o privato, può avere un impatto significativo sullo sviluppo psicologico e sociale del bambino, oltre che sul suo percorso educativo. La Cassazione, con l’ordinanza n. 13570/2024, ha stabilito che, in caso di disaccordo tra i genitori, la laicità dello Stato non deve essere l’unico principio a guidare la scelta verso un istituto pubblico. Devono essere equilibrati altri valori costituzionali come il benessere del minore e la preservazione delle sue relazioni sociali esistenti.
Il Caso Specifico e la Decisione del Tribunale
Un caso esemplare riguardava una coppia in fase di divorzio, che non riusciva a trovare un accordo sulla scelta della scuola media per il figlio. Il Tribunale di Milano ha autorizzato la madre a iscrivere il bambino in una scuola privata religiosa già frequentata, anche senza il consenso del padre. Questa decisione è stata confermata dalla Corte d’Appello, basandosi sul desiderio espresso dal minore di continuare a frequentare la stessa scuola, dove aveva costruito amicizie solide e aveva un buon rapporto con gli insegnanti. Una relazione psicodiagnostica ha inoltre evidenziato la necessità del bambino di mantenere stabilità e continuità nei suoi riferimenti personali e sociali.
L’Importanza della Continuità Scolastica
La Cassazione ha chiarito che, in situazioni di conflitto tra genitori separati sulla scelta educativa per i figli, è prioritario tutelare l’interesse superiore del minore a una crescita sana ed equilibrata. Questo può essere meglio realizzato mantenendo la continuità nell’ambiente scolastico, evitando cambiamenti che potrebbero creare ulteriori disagi in un periodo già complicato dalla separazione dei genitori.
Considerazioni della Corte Europea dei Diritti Umani
La Corte Europea dei Diritti Umani (CEDU), nella sentenza n. 54032/22, ha evidenziato che alcune restrizioni sull’invito di un minore a partecipare a pratiche religiose di uno dei genitori non costituiscono discriminazione se tali limitazioni sono funzionali a salvaguardare l’interesse del bambino.
Conclusioni
In definitiva, la scelta della scuola primaria o dell’infanzia in situazioni di disaccordo tra genitori separati deve basarsi su un’analisi approfondita dell’offerta formativa, delle esigenze evolutive e formative del bambino, e della logistica legata alla posizione geografica della scuola. L’obiettivo primario è garantire che la decisione rispecchi l’interesse reale del minore, includendo considerazioni su stabilità, continuità e benessere psicologico e sociale.
La necessità di tutelare la libertà di credo religioso del minore risulta secondaria rispetto all’interesse predominante di mantenere la frequenza in una scuola che il bambino ha già scelto e dove ha stabilito un ambiente di riferimento positivo.