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Il Fisco riattiva il redditometro: nuove linee guida per valutare la capacità di spesa dei contribuenti. Di cosa si tratta?

Roma, 21 maggio 2024 – Il Fisco italiano torna a mettere sotto la lente di ingrandimento le capacità di spesa dei contribuenti per risalire ai loro redditi effettivi. Con un decreto firmato dal vice ministro all’Economia, Maurizio Leo, e pubblicato in Gazzetta Ufficiale, viene riattivato il redditometro, uno strumento sospeso nel 2018 che permette all’amministrazione finanziaria di determinare il reddito presunto delle persone fisiche.

Il provvedimento prevede l’utilizzo di una serie di informazioni per determinare gli elementi indicativi della capacità contributiva dei contribuenti, presenti negli archivi dell’amministrazione finanziaria. In particolare, si procederà alla determinazione sintetica del reddito basandosi sulle spese presuntivamente attribuibili ai contribuenti. Le nuove disposizioni si applicheranno ai redditi e ai maggiori redditi relativi agli anni d’imposta a partire dal 2016.

Categorie di Spese e Aree di Valutazione

Il decreto specifica 11 tipologie di nuclei familiari e 5 aree territoriali per l’esame dei redditi dei contribuenti. Verranno considerate le quote di risparmio accumulate negli anni e le spese effettivamente sostenute, così come risultano dall’Anagrafe tributaria. Le spese saranno distinte per gruppi e categorie di consumi del nucleo familiare di appartenenza del contribuente e saranno desunte dall’indagine annuale sulle spese delle famiglie, compresa nel Programma statistico nazionale.

Secondo il testo del decreto, si considereranno come sostenute dal contribuente anche le spese effettuate dal coniuge e dai familiari fiscalmente a carico. Al contrario, non si considereranno come sostenute dalla persona fisica le spese per beni e servizi relativi esclusivamente ed effettivamente all’attività di impresa.

Facoltà di Difesa per i Contribuenti

I contribuenti avranno la possibilità di dimostrare che il finanziamento delle spese è avvenuto con redditi diversi da quelli posseduti nel periodo d’imposta, oppure con redditi esenti o soggetti a ritenuta alla fonte a titolo di imposta, o comunque legalmente esclusi dalla formazione della base imponibile. Potranno anche dimostrare che le spese attribuite hanno un diverso ammontare o che la quota del risparmio utilizzata per consumi e investimenti si è formata nel corso di anni precedenti.

Conclusione

La riattivazione del redditometro rappresenta un passo significativo nella lotta contro l’evasione fiscale, fornendo al Fisco uno strumento efficace per monitorare e verificare la coerenza tra redditi dichiarati e capacità di spesa. Tuttavia, la trasparenza e la correttezza delle valutazioni saranno cruciali per garantire che questo strumento venga utilizzato in modo equo e preciso, permettendo ai contribuenti di difendersi adeguatamente qualora si presentassero discrepanze tra le spese attribuite e quelle effettivamente sostenute.

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