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Pensione di vecchiaia. E se i contributi versati non bastano?

Buongiorno. Sono un lavoratore subordinato, ho 66 anni compiuti ma ho solo 18 anni di contributi versati. Mi hanno detto che potrei versare dei contributi volontari per avere i requisiti contributivi per la pensione di vecchiaia. Come si fa?

14 novembre – Tutti i lavoratori possono pagare i contributi volontari all’Inps dopo aver cessato o interrotto l’attività lavorativa, allo scopo di raggiungere il requisito contributivo per la pensione ovvero per avere un totale di 20 anni di contributi versati. Il versamento dei contributi volontari è anche consentita per incrementare l’importo della pensione, nonostante siano stati perfezionati i requisiti contributivi richiesti.

Il versamento dei contributi volontari sono utili per tutelare la posizione del lavoratore, specialmente nel caso in cui quest’ultimo, per un periodo della sua vita, non abbia svolto alcun tipo di attività lavorativa subordinata o autonoma (compresa quella parasubordinata), oppure nel caso in cui abbia chiesto dei brevi periodi di aspettativa non retribuita per motivi familiari o di studio oppure se ha stipulato un contratto part-time di qualsiasi tipo.

Per procedere al versamento dei contributi volontari, è necessario che l’Inps rilasci un’autorizzazione. Se si tratta di un lavoratore subordinato, l’autorizzazione viene concessa solo dopo che il rapporto di lavoro risulta interrotto oppure se la sospensione è dovuta ad un motivo particolare, come ad esempio motivi familiari, malattia, ecc. Anche i lavoratori iscritti alla gestione separata, cioè i parasubordinati o gli autonomi non iscritti ad altri enti previdenziali, possono richiedere l’autorizzazione per fare il versamento dei contributi volontari.

L’autorizzazione viene concessa se risultano versati almeno 5 anni di contributi, indipendentemente da quando siano stati effettivamente versati, oppure se risultano almeno 3 anni di contributi versati nei 5 anni precedenti alla data di presentazione della domanda. Non si conteggiano i contributi figurativi, cioè quelli che sono accreditati direttamente dall’Inps durante il periodo di interruzione o di riduzione dell’attività lavorativa, come ad esempio durante il periodo di malattia o infortunio, la disoccupazione, ecc.

Inoltre, l’autorizzazione può essere concessa anche nel caso in cui risultino almeno 4 anni di contributi versati se il richiedente è un lavoratore iscritto alla gestione separata dei lavoratori parasubordinati oppure se si tratta di un lavoratore dipendente con contratto di lavoro part-time, in questo caso i versamenti effettuati coprono o integrano il periodo lavorativo svolto con questo tipo di contratto.

La domanda si presenta esclusivamente in 3 modalità:

  • Via telematica attraverso il portale web istituzionale www.inps.it per chi è in possesso del codice PIN;
  • Per chi non ha la possibilità di farlo telematicamente, può contattare il Contact Center al numero 803164 (gratuito da rete fissa) o 06164164 (a pagamento da rete mobile);
  • Anche i patronati o gli enti intermediari autorizzati dall’istituto possono assistere per la richiesta.

L’importo da versare per i contributi volontari varia in base al tipo di attività lavorativa svolta e la modalità di pagamento varia in base alla scelta fatta al momento in cui si ha inoltrato la domanda. Dopo aver versati la totalità dei contributi volontari necessari, il richiedente può presentare la domanda per la pensione di vecchiaia.

Si ricorda che la pensione di vecchiaia viene erogata dal primo giorno del mese successivo a quello in cui vengono raggiunti entrambi i requisiti previsti dall’attuale normativa ovvero al raggiungimento dell’età pensionali e dell’anzianità assicurativa e contributiva contemporaneamente. Su richiesta dell’interessato è possibile, anche, che la pensione venga erogata dal primo giorno del mese successivo a quelle nel quale è stata presentata la domanda.

Infine, si precisa che dal momento in cui si presenta la domanda per la pensione di vecchiaia, il richiedente non può più svolgere un lavoro subordinato ma può sempre svolgere un’attività lavorativa autonoma.

 

D.ssa Maria Elena Arguello

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