Buon giorno sono pakistano, risiedo regolarmente in italia e o un regolare contratto di affitto. Da qualche tempo mi chiama insistentemente l’amministratore del condominio, dice che alcuni condomini si lamentano degli odori che provengono dalla mia cucina, noi usiamo molte spezie come il curry. Dice che mi porterà davanti al giudice, che posso fare per difendermi?
Roma 14 dicembre 2009- Il problema delle liti condominiali scaturite dagli odori della cucina etnica è in crescente aumento, gli odori delle spezie usate dai cittadini stranieri molte volte risultano non molto gradevoli.
Quando si abita in condominio esistono delle regole da rispettare, per il buon vivere comune, a tale scopo vengono redatti dei regolamenti di condominio che cercano di risolvere preventivamente dei problemi che potrebbero sorgere, come ad esempio disciplinare quando è possibile sbattere i tappeti o se si possono tenere in casa animali domestici.
Il problema degli odori, le cosiddette immissioni da fumo, vengono il più delle volte disciplinate solo quando fa parte del condominio un ristorante e quindi il problema è persistente e particolarmente fastidioso.
Gli odori di cucina rientrano anche nel concetto di immissioni di fumi che possono essere percepiti dai vicini come fastidiosi. Se i regolamenti condominiali non stabiliscono nulla al riguardo, come credo nel tuo caso, allora bisogna rifarsi al codice civile, l’articolo 844 del Codice Civile che stabilisce:” il proprietario può impedire le immissioni di fumo o di calore, le esalazioni, i rumori, gli scuotimenti e simili propagazioni derivanti dalla proprietà del vicino, se queste superano la normale tollerabilità”.
La norma vuole equilibrare i rapporti tra il proprietario che produce le immissioni, o per ragioni legate all’esercizio di un’attività economica o al semplice godimento della sua proprietà, ed il proprietario confinante che subisce passivamente tali immissioni.
Il concetto di tollerabilità delle immissioni è legata alla condizione dei luoghi, non è possibile indicare un limite oltre il quale l’immissione è da considerarsi illecita, è il giudice che in caso in cui sia interpellato dovrà valutare caso per caso quando si può parlare di immissioni illecite.
l’immissione degli odori, fumi, quindi non può essere impedita a meno che non superi la normale tollerabilità, questo vuol dire che sicuramente l’odore proveniente dal ristorante sotto casa non è tollerabile se è persistente e i sistemi di filtraggio degli odori non sono efficaci.
Nel caso di odori di origine “casalinga ” devono considerarsi sicuramente tollerabili, in caso contrario definirlo intollerabile sarebbe difficile, infatti, andrebbe anche configurato un danno per la salute o per il decoro.
In caso di eventuale giudizio i parametri che vengono presi a riferimento sono : i luoghi dove si sviluppano i fumi e il tempo, cioè quando: ore diurne, ore notturne in cui si verificano le immissioni; per quale motivo vengono prodotti i fumi, le cause che portano a provocare le immissioni.
Inutile dire che in questo caso certamente non si può contestare l’uso della cucina e quindi del prepararsi i pasti.
Quindi i tuoi ”odori di cucina” credo che rientrino nel concetto di normale tollerabilità , in quanto di origine puramente casalinga.
Credo invece che il tuo amministratore non possa continuamente chiamarti per dirti che ti porterà davanti al giudice, infatti, all’amministratore non compete la tutela del diritto alla salute dei singoli condomini, non può rivolgersi al giudice per chiedere la cessazione delle immissioni o il risarcimento del danno eventualmente subito.
Se alcuni condomini non sopportano gli odori sono loro che devono farsi avanti, è legittimato ad agire in giudizio solo il soggetto che si dice danneggiato dall’intollerabilità delle immissioni. Naturalmente se le immissioni intollerabili danneggiano tutti i proprietari dello stabile condominiale in questo caso l’amministratore è tenuto a chiamarti ed ad agire per la tutela della proprietà comune.
Avv. Mariangela Lioy