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Regolarizzazione: guida pratica per i cittadini comunitari

Roma, 23 giugno 2020 – I cittadini comunitari, come i cittadini italiani possono accedere alla procedura di regolarizzazione esclusivamente al fine di far emerge un rapporto di lavoro irregolare, già in essere.

CHI PUO’ CHIEDERLA?

La domanda dovrà essere presentata dal datore di lavoro che operi nei tre settori indicati dal Decreto (vd. Punto successivo) e che sia: cittadino italiano, comunitario o cittadino straniero soggiornante di lungo periodo.

ORGANO COMPETENTE E MODALITA’ PRESENTAZIONE

In questo caso la competenza è affidata all’Inps, al quale dovrà essere inoltrata la domanda telematica attraverso il servizio dedicato, presente alla pagina www.inps.it.

SETTORI AMMESSI:

I settori ammessi dalla norma sono i medesimi per cui è ammessa la regolarizzazione dei cittadini provenienti da Paesi extra—UE, quindi:

– Agricoltura/allevamento/pesca/zootecnia e attività connesse:

– Assistenza alla persona

– Lavoro domestico.

Sul punto l’Inps, con circolare del 31.05.2020 ha specificato che sono equiparati al datore di lavoro persona fisica anche alcune persone giuridiche, di cui fornisce un elenco: (caserme, comandi, stazioni), che hanno lavoratori addetti al servizio

diretto e personale dei conviventi, nonché le comunità senza fini di lucro (orfanotrofi e i ricoveri per anziani il cui fine è prevalentemente assistenziale).

Tra le predette comunità rientrano le case-famiglia per soggetti portatori di disabilità, quelle per il recupero dei tossicodipendenti, per l’assistenza gratuita a fanciulli, anziani e ragazze madri, le comunità focolari, le convivenze di sacerdoti anziani cessati dal ministero parrocchiale o dal servizio diocesano.

NOTA: non vi rientrano invece le agenzie di somministrazione / cooperative, non essendo i relativi rapporti direttamente instaurati con il datore di lavoro.

REQUISITI REDDITUALI

Ai fini dell’ammissione alla procedura di emersione il datore di lavoro deve attestare un reddito imponibile o un fatturato risultante dall’ultima dichiarazione dei redditi o bilancio di esercizio, non inferiore a:

30.000 euro anni: per il primo settore ed attività connesse

20.000 / 27.000 euro annui: per il lavoro domestico o assistenza alla persona

SPECIFICAZIONI PER EMERSIONE LAVORO DOMESTICO / ASSISTENZA ALLA PERSONA:

L’Inps ha inoltre specificato che con riferimento a tali ambiti il reddito:

– dovrà essere MINIMO 20.000 euro in caso di nucleo familiare composto da un solo soggetto percettore di reddito;

– MINIMO 27.000 euro in caso di famiglia anagrafica composta da più soggetti conviventi;

– potrà essere integrato con quello di familiari entro il 2° grado;

– sarà integrabile anche con reddito esente da dichiarazione annuale;

– non sarà richiesto se il datore di lavoro affetto da patologie o disabilità che ne limitano l’autosufficienza presenta la domanda di emersione per un lavoratore addetto alla propria assistenza.

DATA DI INIZIO DEL LAVORO

Il rapporto di lavoro irregolare deve aver avuto inizio prima del 19 maggio 2020 ed essere ancora in corso

CONTENUTO DOMANDA

Oltre ai dati relativi alla persona propria e del lavoratore, al lavoro (data di inizio e fine – se a tempo determinato), orario e retribuzione pattuite), Il datore di lavoro dovrà dichiarare di aver provveduto al pagamento del contributo forfettario di 500 euro per ciascun lavoratore, oltre che della marca da bollo di 16 euro.

Sarà dovuto inoltre il pagamento di un contributo forfettario a titolo retributivo, contributivo e fiscale, il cui ammontare darà determinato con successivo decreto del Ministero dell’Interno.

SOSPENSIONE PROCEDIMENTI PENALI E AMMINISTRATIVI

Anche nei confronti del datore di lavoro che intende avviare la procedura di emersione saranno sospesi i procedimenti pendenti per l’impiego di lavoratori per i quali è stata presentata la dichiarazione di emersione.

Fanno eccezione i procedimenti relativi ai reati di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.

Articolo realizzato per Stranieri in Italia da: Federica Merlo, avvocato

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