D’ora in poi si chiamerà "permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo". Permetterà di lavorare in tutta l’Unione europea
ROMA – La carta di soggiorno si trasforma nel "permesso per soggiornanti di lungo periodo" che ci si potrà mettere in tasca dopo 5 anni da regolari, uno in meno rispetto a quanti ce ne volevano finora.
È arrivato in Gazzetta Ufficiale il decreto legislativo sui "soggiornanti di lungo periodo", i cittadini extraue che, come prevede una direttiva europea, dopo cinque anni di residenza regolare vanno quasi equiparati ai cittadini degli altri stati dell’Ue. Tra i benefici principali ci sono il rilascio di uno "super permesso di soggiorno" e la possibilità di spostarsi liberamente anche per lavorare in tutti i Paesi dell’ Unione.
Il decreto riscrive completamente l’articolo 9 del testo unico sull’immigrazione, sostituendo alla carta di soggiorno il "permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo", e prevedendo nuove condizioni che si applicano anche a chi è già titolare di una carta. D’ora tutti i passaggi di leggi, regolamenti e decreti dedicati alla carta di soggiorno andranno intesi come se si riferissero a questo nuovo tipo di permesso.
Potrà chiedere il permesso per lungo periodo per sé e per i propri familiari "lo straniero i possesso, da almeno cinque anni, di un permesso di soggiorno in corso di validità", che percepisce un reddito non inferiore all´assegno sociale annuo. Chi presenta la richiesta anche per i familiari, dovrà dimostrare anche l’idoneità dell’alloggio in cui vivono, in base ai parametri minimi previsti dalla legge regionale per l´edilizia residenziale pubblica o ai requisiti igienico-sanitari accertati dalla Asl competente per territorio. Il permesso non verrà rilasciato ai cittadini stranieri ritenuti pericolosi per l´ordine e la sicurezza pubblica.
Chi è titolare di un permesso per lungo periodo, anche se rilasciato da un altro Paese dell’Unione Europea, potrà entrare in Italia senza visto e svolgere qualunque attività lavorativa autonoma o subordinata, salvo quelle espressamente vietate agli stranieri. I lavoratori subordinati, inoltre, non saranno tenuti a stipulare, oltre al contratto di lavoro, il contratto di soggiorno. Il permesso dà diritto alle prestazioni di assistenza e previdenza sociale, alle erogazioni in materia sanitaria, scolastica e sociale e ai servizi e ai beni a disposizione del pubblico, come ad esempio le case popolari.
Il decreto entrerà in vigore tra quindici giorni e da quel momento chi ha tutti i requisiti potrà già presentare richiesta per il nuovo permesso. Entro sei mesi dovrebbero inoltre arrivare i regolamenti d’attuazione.
(31 gennaio 2007)
Elvio Pasca