Al capolinea il decreto . Oggi dal Consiglio dei Ministri il via libera definitivo ROMA – Il Consiglio dei ministri ha approvato stamattina definitivamente le nuove norme sulla circolazione e il soggiorno in Italia dei cittadini dell’Unione europea.
Era l’ultima tappa prima delal pubblicazione in Gazzetta Ufficale per il decreto legislativo varato dal governo a novembre per recepire una direttiva europea. Il mese scorso sul testo avevano espresso parere positivo, con osservazioni, anche Montecitorio e Palazzo Madama.
Secondo il testo che è tornato all’esecutivo, i cittadini dell’Unione possono soggiornare in Italia fino a tre mesi senza alcuna condizione o formalità, salvo il possesso di un documento d’identità valido per l’espatrio rilasciato dal loro Paese. Possono soggiornare per più di tre mesi i lavoratori (autonomi o subordinati), gli studenti e chiunque abbia risorse sufficienti per non pesare sull’assistenza sociale e un’ assicurazione sanitaria. Il cittadino dell’Unione che ha soggiornato legalmente ed in via continuativa per cinque anni nel territorio nazionale ha diritto al soggiorno permanente.
Il diritto di soggiorno è esteso anche ai familiari dei cittadini dell’Unione europea, dove per "familiare" si intende: il coniuge, il partner che ha contratto con il cittadino dell’UE un’"unione registrata sulla base della legislazione di uno Stato membro", i discendenti diretti di età inferiore a 21 anni o a carico, gli ascendenti diretti a carico e quelli del coniuge o del partner. Sarebbe infine "agevolato" l’ingresso e il soggiorno di altri familiari a carico o conviventi e del "partner" col quale il cittadino dell’Unione "abbia una relazione stabile debitamente attestata".
Durante l’iter parlamentare del decreto, proprio i riferimenti a "unioni registrate" e "relazioni stabili debitamente attestate" hanno suscitato una levata di scudi dell’opposizione, che ha accusato il governo di volere legittimare "di straforo" le coppie di fatto. Una sorta di mediazione (anche se i rappresentanti della Cdl hanno votato comunque contro) la si trova nelle osservazioni che accompagnano i pareri positivi delle commissioni parlamentari, dove si chiede che dopo la parola "attestata" vengano aggiunte le parole "dallo Stato del cittadino dell’Unione".
(19 gennaio 2007)
Elvio Pasca