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Comunitari espulsi dai prefetti


È una delle norme del "pacchetto sicurezza" approvato stamattina. Permesso per protezione alle donne che sfuggono alle violenze familiari

 

ROMA – Più facili le espulsioni dei cittadini comunitari che diventano un pericolo per la sicurezza pubblica. Se finora doveva occuparsene in prima persona il ministro dell’Interno, adesso verranno gestite direttamente dai prefetti.

La novità, annunciata da settimane, è contenuta in uno dei disegni di legge del "pacchetto sicurezza" approvato stamattina dal Consiglio dei ministri. "Siamo nell’attuazione di una normativa comunitaria ed è una variante che noi riteniamo utile per liberare il Paese da persone che abbiano dimostrato una particolare inclinazione al crimine e una particolare efferatezza nella commissione di attività delittuose. Queste persone potranno essere espulse" ha spiegato il ministro dell’intero Amato in conferenza stampa.

La scorsa settimana Amato ha parlato della nuova normativa con Cristian David, il suo omologo romeno. "Ha convenuto con me l’importanza di un irrigidimento delle nostre norme nei confronti dei suoi concittadini che delinquono, in primo luogo a tutela del buon nome e della dignità dei tantissimi romeni che sono in Italia e che lavorano onestamente e pacificamente" racconta Amato, aggiungendo che "abbiamo convenuto anche forme di collaborazione specifiche proprio sull’attuazione delle espulsioni".

Stamattina il governo, su proposta del ministro della pari opportunità Barbara Pollastrini, ha approvato anche una norma che tutela le donne straniere che denunciano violenze in ambito familiare. In pratica, estendendo l’azione dell’articolo 18 del Testo unico sull’immigrazione, si prevede che chi sfugge a mariti o altri parenti aguzzini possa ricevere un permesso di soggiorno per protezione umanitaria.

Soddisfatta Pollastrini. "Le attuali norme in materia di soggiorno per lavoro – ha spiegato il ministro – non offrono adeguate tutele alle centinaia di donne e ragazze di seconda generazione che trovino la forza di denunciare un parente violento. La donna titolare di un permesso di soggiorno per motivi familiare, rischia infatti di scivolare nell’irregolarità e di incorrere nell’espulsione se denuncia un familiare violento e se ne separa, perché facilmente non sarà in possesso di alcuni requisiti (alloggio e lavoro documentabili) richiesti per un titolo autonomo di soggiorno".

Appena disponibili, pubblicheremo i testi approvati oggi dal Consiglio dei ministri. È comunque bene tener presente che si tratta di disegni legge, che affronteranno l’esame e le eventuali modifiche del Parlamento prima di entrare in vigore.

(30 ottobre 2007)

Elvio Pasca

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