Permetteranno di frequentare un corso di formazione o di svolgere un tirocinio in Italia. Il decreto di programmazione 2014-2016
Roma – 3 novembre 2014 – Quindicimila visti per studio ad altrettanti cittadini stranieri, presumibilmente giovani, che vogliono venire a imparare un mestiere in italia.
Il via lbera arriva con un decreto del ministro del Lavoro, emanato di concerto con Viminale e Farnesina, che autorizza nuovi ingressi per frequentare qui un corso di formazione professionale o per concludere in Italia con un tirocinio un percorso formativo iniziato in patria. Per la prima volta il decreto non è annuale, ma triennale, quindi le quote potranno essere utilizzate tra il 2014 e il 2016.
In un periodo in cui i flussi per lavoro sono praticamente bloccati a causa della crisi economica, proprio la formazione rimane uno dei pochi canali ancora aperti per entrare in Italia. E magari anche per restarci: chi al termine di questo percorso formativo troverà un'impresa disposto ad assumerlo, potrà convertire il suo permesso per studio in un permesso per lavoro subordinato.
Il decreto, firmato il 25 giugno ma arrivato il 1 novembre in Gazzetta Ufficiale, divide così gli ingressi:
a) 7.500 sono riservati a chi partecipa a corsi di formazione, organizzati da enti accreditati, che possono durare al massimo 2 anni e devono prevedere il rilascio di una qualifica o comunque di una certificazione sulle competenze acquisite.
b) 7500 permetteranno invece di svolgere tirocini formativi e d’orientamento che completano un percorso di formazione professionale. Questi dovranno essere attivati da enti promotori indicati dalla legge, come ad esempio centri per l’impiego, scuole, università o enti senza scopo di lucro autorizzati.§
Per ottenere il visto d’ingresso, il cittadino straniero dovrà presentare al consolato italiano la documentazione relativa al corso di formazione o il progetto di tirocinio, che deve essere approvato dall’ufficio regionale competente. Una volta qui avrà un permesso di soggiorno per motivi di studio.