Bocciate le aperture delle Questure, deroghe "solo in casi eccezionali e straordinari". I sindacati: "Serve più tempo, situazione esplosiva"
Roma – 5 giugno 2009 – Il permesso per attesa occupazione deve durare al massimo sei mesi. Gli immigrati disoccupati che non trovano un nuovo posto di lavoro entro quel periodo di tempo se ne devono tornare a casa.
È la linea dura sposata da una circolare del ministero dell’interno, che richiama così all’ordine le Questure di tutta Italia. Vengono bocciate quindi, ad esempio, le scelte degli uffici immigrazione di Verona e Treviso, che dopo le pressioni di immigrati e parti sociali stanno accordando proroghe fino a un anno dei permessi per attesa occupazione, una sorta di ammortizzatore sociale ad hoc per fronteggiare i licenziamenti dovuti alla crisi economica.
Il ministero richiama il testo Unico sull’Immigrazione, che prevede che quel permesso duri “fino a sei mesi”. E sottolinea un passaggio del regolamento d’attuazione, secondo il quale "allo scadere del permesso di soggiorno per motivi di attesa occupazione lo straniero deve lasciare il territorio dello Stato” se non ha un nuovo contratto.
“La fissazione di tempi definiti per consentire allo straniero il reimpiego nel nostro Paese risponde alla esigenza di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica” ribadisce ancora il Viminale. E raccomanda che ”I’eventuale possibilità di interveti a carattere discrezionale in materia sia limitata esclusivamente a casi eccezionali, aventi carattere di straordinarietà”.
I sindacati: "Serve più tempo, situazione esplosiva"
Le richieste che arrivano dal territorio, dove la crisi fa sentire i suoi effetti, vanno però in tutt’altra direzione.
“Servono soluzioni e scelte nuove per la crisi, almeno per permettere anche agli immigrati di godere degli ammortizzatori sociali” dice Maurizio Bove, della Cisl di Milano. “Ad esempio – propone Bove – bisognerebbe dare un permesso a chi, in attesa di trovare un nuovo lavoro, frequenta un tirocinio formativo per riqualificarsi”.
“I permessi per attesa occupazione stanno scadendo, e tantissime persone rischiano di diventare clandestini” denuncia Enzo Annibale, dell’Ufficio stranieri della Cgil di Napoli. “Abbiamo girato la richiesta di una proroga alla Questura ma non ci hanno risposto, ci vuole una battaglia a livello nazionale”.
Qamil Zeinati , sindacalista Uil e presidente dell’associazione albanese Sopoti, parla di una situazione esplosiva. “Senza rinnovi, che allineino i permessi almeno alla durata dei sussidi di disoccupazione, migliaia di persone non sapranno cosa fare” dice. “Solo a Prato – racconta Zeinati– la crisi del tessile ha bruciato dodicimila posti di lavoro in due anni. Se non ci si mette intorno a un tavolo per trovare una soluzione, qui scoppia una rivolta”.
Scarica la circolare del Ministero dell’interno
Elvio Pasca