Nuove commissioni e procedure più snelle, ma anche altri fondi per l'accoglienza. Pubblicata la legge di conversione del decreto 119/2014
Roma – 22 ottobre 2014 – Sono arrivate ieri in Gazzetta Ufficiale e le nuove regole che dovrebbero velocizzare l'esame delle domande d'asilo, per garantire protezione in Italia a chi fugge da guerre e persecuzioni e rimandare invece in patria chi risulta essere semplicemente un immigrato irregolare. Un cernita che si fa sempre più impellente visto il grande numero di arrivi via mare.
Le novità, n vigore da oggi, sono contenute nella legge di conversione del decreto 119/2014, "Disposizioni urgenti in materia di contrasto a fenomeni di illegalita' e violenza in occasione di manifestazioni sportive,di riconoscimento della protezione internazionale, nonche' per assicurare la funzionalita' del Ministero dell'interno". Ecco il testo coordinato con le modifiche introdotte dal Parlamento.
Le commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale, quelle che esaminano le domande d’asilo, passano da dieci a venti e vengono incardinate nelle prefetture. Praticamente ce ne potrà essere una in ogni regione italiana. Inoltre potranno articolarsi in trenta diverse sezioni. Un potenziamento finanziato con circa dieci milioni di euro all’anno.
Se il richiedente asilo verrà trasferito da un centro d'accoglienza a un altro, la competenza per l’esame della domanda passerà alla commissione che ha la competenza sul luogo di destinazione, ma sarà possibile anche assegnare la competenza tenendo conto del carico di lavoro di ogni commissione territoriale, in modo da non creare sovraccarichi. Quando però c’è già stato il colloquio, rimarrà competente commissione di fronte alla quale si è svolto.
Per il colloquio è prevista una procedura più snella, perché verrà sostenuto di norma davanti a un solo commissario, che poi chiederà ai suoi colleghi di deliberare. Su richiesta dell’interessato o del presidente si potrà svolgere davanti alla commissione al completo.
Il decreto incrementa poi di 50,8 milioni di euro per il 2014 il Fondo Nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo, in modo da permettere l’ampliamento del sistema di accoglienza della rete Sprar, gestita dai Comuni. Altri 62,7 milioni di euro vanno invece quest’anno al ministero dell’interno per “fronteggiare le esigenze straordinarie connesse all’eccezionale afflusso di stranieri sul territorio nazionale”.
Infine, un aiuto a tredici comuni siciliani che più hanno sentito l’impatto degli sbarchi. Agrigento, Augusta, Caltanissetta, Catania, Lampedusa, Mineo, Palermo, Porto Empedocle, Pozzallo, Ragusa, Siculiana, Siracusa e Trapani potranno escludere le spese derivanti dall’emergenza immigrazione da quelle che rientrano nel conto del patto di stabilità interno.
Scarica