Roma – 24 dicembre 2013 – Ormai è legge. Anche gli immigrati comunitari o extracomunitari titolari di un permesso Ce per soggiornanti di lungo periodo, la cosiddetta carta di soggiorno, hanno diritto alla social card. Sempre che abbiano anche tutti gli altri requisiti previsti per gli italiani.
Ma andiamo per ordine. La social card (o carta acquisti) è una carta prepagata sulla quale lo Stato carica ogni due mesi ottanta euro, che poi i titolari possono spendere per comprare generi alimentari, pagare medicinali e bollette della luce e del gas.
È una forma di sostegno destinata a chi ha almeno 65 anni oppure a bambini minori di 3 anni, in questo caso il titolare è il genitore, che hanno un reddito familiare basso. Il parametro riferimento, come al solito, è l’Indicatore di Situazione Economica Equivalente, che deve essere inferiore ai 6mila 700 euro l’anno.
Fino a oggi la social card è stata riservata ai cittadini italiani residenti in Italia. Adesso però la legge di stabilità 2014, cioè la manovra finanziaria approvata definitivamente ieri pomeriggio in Senato, estende il beneficio anche agli immigrati.
Il testo licenziato dal Parlamento dice infatti che la social card è concessa ai residenti “cittadini italiani o di Stati membri dell’Unione Europea ovvero familiari di cittadini italiani o di Stati membri dell’Unione europea non aventi la cittadinanza di uno Stato membro che siano titolari del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, ovvero stranieri in possesso di permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo”. Il Fondo che la alimenta viene incrementato “di 250 milioni di euro”.
Qualcuno parlerà di regalo di Natale agli immigrati. Tutt’altra cosa. Anche stavolta, l’Italia non fa che adeguarsi, con il solito colpevole ritardo, alla normativa europea. Questa prevede che sul fronte delle prestazioni sociali , i cittadini comunitari e gkli extraue "lungosoggiornanti" abbiano gli stessi diritti dei cittadini del Paese dell'Ue in cui hanno scelto di vivere.
Elvio Pasca