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Soggiorni brevi. Permessi aboliti? Norma stralciata, serve nuova legge

Durante la conversione del decreto legge sugli obblighi comunitari stralciata la norma dedicta alle dichiarazioni di presenza. Un disegno di legge ad hoc ha già inizato il suo iter al Senato ROMA – Servirà una nuova legge per abolire definitivamente i permessi per soggiorni inferiori ai 90 giorni. La norma entrata in vigore il 16 febbraio scorso, che prevede in questi casi solo una dichiarazione di presenza, è stata infatti stralciata durante la conversione in legge del decreto che l’aveva introdotta.

Durante l’esame congiunto nelle commissioni affari costituzionali e finanze del Senato, l’opposizione aveva alzato un muro contro la modifica per decreto legge della Bossi-Fini, presentando una valanga di emendamenti. Questi avrebbero paralizzato la conversione del decreto, che dà attuazione a obblighi comunitari nei campi più disparati.

L’abolizione dei permessi per soggiorni brevi, paventava il capogruppo leghista in commissione Finanze Paolo Franco, "apre le porte a pericolose e libere circolazioni di qualsivoglia soggetto pericoloso per la comunità", e a poco è servito l’ intervento in commissione del vicepremier Rutelli, che ha spiegato quanto in realtà l’obbligo di chiedere il permesso complichi la vita a studiosi e turisti, che tra l’altro hanno già in tasca un regolare visto d’ingresso.

Di qui la decisone di far confluire le nuove norme in un disegno di legge a parte, presentato dai senatori ulivisti Enzo Bianco e Giannicola Sinisi, che ha già iniziato il suo iter in commissione affari costituzionali. "Per l’ingresso in Italia per visite, affari, turismo e studio – recita il primo articolo – non è richiesto il permesso di soggiorno qualora la durata del soggiorno stesso sia inferiore a tre mesi". Il cittadino straniero dovrà comunque informare le autorità: "Al momento dell’ingresso o, in caso di provenienza da Paesi dell’area Schengen, entro otto giorni dal suo ingresso, lo straniero dichiara la sua presenza, rispettivamente all’autorità di frontiera o al questore della provincia in cui si trova, secondo le modalità stabilite con decreto del Ministro dell’interno".

Ma che succede a chi entra oggi in Italia per rimanervi meno di 90 giorni? Può comunque ancora evitare di chiedere il permesso di soggiorno. Il decreto, infatti, non è stato ancora convertito in legge con la modifica passata in Senato, quindi rimane per ora in vigore solo l’ obbligo di una dichiarazione di presenza alla frontiera o in Questura.

(16 marzo 2007)

 

Elvio Pasca

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