in

Ultimi giorni per le aspiranti matricole extra Ue

Manca circa una settimana per presentare le domande di preiscrizione ai consolati italiani nel proprio paese. Ecco i requisiti

Roma – 6 giugno 2008 – Per gli extracomunitari residenti all’estero che sognano di proseguire gli studi in un ateneo italiano i tempi stringono. Manca circa una settimana alla scadenza (prevista per il 14 giugno) per presentare la domanda di prescrizione. Le modalità per farlo sono già state descritte sul nostro sito. Ma essere tra gli ammessi non è così semplice. Ci sono numerosi requisiti da soddisfare.

Bisogna prestare attenzione che arrivati davanti allo sportello del consolato o dell’ambasciata italiani ci sia tutto ciò che viene richiesto: documenti, fotocopie, legalizzazioni, ecc. Una piccola dimenticanza o inesattezza può compromettere l’intera pratica. Consulta le norme per l’accesso degli studenti stranieri ai corsi universitari nel triennio 2008-2011 pubblicate sul sito del ministero del ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca. 

Innanzitutto, alla domanda vanno allegati i certificati dei titoli di studio, sia nella lingua originale che tradotti e legalizzati. Per iscriversi in un’università italiana è necessario aver compiuto un percorso scolastico di almeno 12 anni. I cittadini di quei Paesi in cui il sistema d’istruzione ne prevede meno dovranno compensare le annualità mancanti con dei parziali studi universitari. Ovviamente in tal caso è necessario fornire la documentazione accademica che attesti il superamento degli esami previsti.

Entro l’11 agosto gli atenei italiani renderanno noti i nomi degli ammessi, che il 2 settembre potranno presentarsi alla prova di lingua italiana presso l’università scelta dal candidato. L’esame è obbligatorio per tutti i corsi universitari. Ci sono alcuni casi di esonero concernenti chi ha compiuto studi presso particolari istituti di cultura italiani conseguendo diplomi che attestino la ottima conoscenza della lingua.

Solo chi supera la prova d’italiano può proseguire l’iter. I candidati che hanno scelto una facoltà a “numero chiuso” (Medicina e Chirurgia, Odontoiatria, Veterinaria, Architettura, Professioni sanitarie, Scienze della Formazione primaria) dovranno superare anche i relativi test d’ingresso, previsti per settembre. Ovviamente in pochi sono tanto temerari da aggiungere un altro ostacolo che potrebbero non superare infrangendo così il sogno di studiare in Italia. Ci sono più chance scegliendo studi che non prevedono prove di selezione. Ma anche questo non rappresenta una certezza. Perché ogni università riserva un determinato numero di posti agli extracomunitari che vivono all’estero.

Ad esempio, alla "Sapienza" di Roma, in nove potranno iscriversi alla facoltà di ingegneria informatica, e all’università degli Studi di Milano sette potranno seguire i corsi di giurisprudenza. Consulta il numero di posti disponibili.

Ma di buono c’è che con un po’ di accortezza tutti riescono ad entrare. Negli ultimi anni i posti complessivi sono stati nettamente superiori al numero di matricole extraUe. Contribuisce positivamente anche il fatto che gli studenti che non si siano classificati in graduatoria in posizione utile rispetto ai posti loro riservati possono, dopo la pubblicazione di quelli ancora disponibili, presentare un’ulteriore domanda: per essere ammessi ad altro corso universitario presso la stessa sede o allo stesso corso (o ad altro), presso altra sede. Nel secondo caso le domande devono essere presentate dai candidati al Rettore dell’Università prescelta, nonché al Rettore dell’Università dove si è sostenuto l’esame di ammissione.

Aggiudicarsi un posto non basta comunque per ottenere il visto per studio. Si aggiungono insomma anche i requisiti relativi al sostentamento in Italia. Bisogna dimostrare di avere a disposizione almeno 350,57 euro per ogni mese di durata dell’anno accademico e la somma necessaria per il rimpatrio: valgono le garanzie economiche personali o fornite da Istituzioni ed Enti considerati accreditate e affidabili. Altrettanto indispensabili sono la disponibilità di un idoneo alloggio in Italia e un’assicurazione per eventuali spese mediche.

Infine, ottenuto il visto, entro otto giorni dall’arrivo in Italia i candidati devono inoltrare la richiesta di permesso di soggiorno per studio alla Questura competente della città in cui intendono stabilirsi.

L’istanza potrà essere presentata tramite gli Uffici postali, avvalendosi dello sportello istituito eventualmente presso gli Atenei, utilizzando l’apposito kit a disposizione presso gli stessi Uffici. All’atto della presentazione della richiesta di permesso di soggiorno lo straniero sarà identificato e dovrà provvedere al pagamento di euro 27,50 tramite apposito bollettino di c/c postale per il rilascio del permesso di soggiorno in formato elettronico e di euro 30,00 da versare all’operatore dell’Ufficio postale per il costo del servizio.

Lo studente straniero sarà convocato successivamente in Questura tramite sms e lettera raccomandata, per essere sottoposto ai rilievi fotodattiloscopici e per il rilascio del permesso di soggiorno in formato elettronico.

a.i.

Clicca per votare questo articolo!
[Totale: 0 Media: 0]

IMMIGRAZIONE: BERLUSCONI, NOSTRA POLITICA IN LINEA CON UE

Espulsione per le prostitute, che ne pensate?