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Arjan Shehaj e le geometrie poetiche dell’arte albanese

Una mostra personale in Abruzzo per il giovane artista che si è formato in Italia. "liberazione dal giogo di un "canone", quello realista-socialista che soffoca l’indomita (illirica) anima albanese. Le sue opere? "Un nucleo compresso che, liberandosi in esplosione genera galassie…"

Roma – 5 maggio2015 – Arjan Shehaj, 26 anni, rappresenta lo stato dell’essere – stato di grazia – che sta vivendo l'arte albanese. Anche in Italia.

Iniziò a disegnare a 8 anni, quando si trovava con la famiglia a Stoccarda, in Germania. Il uso talento fu scoperto però in Albania, da insegnanti che gli consigliarono di continuare a studiare. E così arrivò in Italia, prima a Lodi, per il liceo artistico, quindi all'Accademia di Belle Arti di Brera, a Milano, dove si è da poco specializzato.

In questi giorni l'artista è a Ripa Teatina, in provincia di Chieti, con una mostra personale che resterà aperta fino al 16 maggio

"In qualche opera vedo un nucleo compresso che, liberandosi in esplosione genera galassie, o un tunnel in fondo al quale si vede sempre più luce, o ancora la liberazione dal giogo di un "canone", quello realista-socialista che soffoca l’indomita (illirica) anima albanese" scrive Fioralba Duma su Shqiptariiitalise.com.

"Come nei test psicologici di Rorschach, i miei occhi hanno visto questi messaggi proiettati nei lavori di Arjan mentre altri vi scorgono “geometrie poetiche”, "carezze dell'universo, della luce e della vita" (D'Avossa), una "narrazione metapittorica" (D. Capra), o "l’assoluto oltre il tempo e dello spazio sensoriale" (A. M. Martini)"…

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