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Edmond Budina, regista operaio tra l’Italia e l’Albania

Costruisce caldaie a Bassano del Grappa, mentre esce la sua commedia nera Ballkan Bazar. Il film ha scatenato le proteste dei preti ortodossi, “grazie a loro è andato meglio di Avatar”

Roma – 4 luglio 2011 – Uscirà a metà luglio nelle sale cinematografiche il film italo-albanese Ballkan Bazar, del regista albanese Edmond Budina. Per il pubblico italiano, Budina è conosciuto per la sua partecipazione come attore nel popolare serial televisivo Un Posto al sole (nella parte di Petrit), ma in Albania è una figura molto nota e apprezzata: laureato all’Accademia delle Arti di Tirana, ha lavorato per anni come regista e attore al Teatro Nazionale, del quale è stato anche membro del Consiglio Artistico.

Oggi vive in Italia, a Bassano del Grappa, dal 1992, quando arrivò assieme alla sua famiglia. Ha sempre lavorato in una fabbrica di caldaie, e la sua vera professione la esercita durante il tempo libero, in ferie e prendendo l’aspettativa. Scherzando e con umiltà dice “Sì, sono un regista-operaio”. Il cinema, il suo grande amore, non l’ha mai messo da parte: nel 2005 ha partecipato come attore a “Tickets” di Ken Loach, e prima ancora, nel 2002, ha realizzato Lettere al vento, un film drammatico sull’emigrazione albanese in Italia.

Ballkan Bazar, il suo ultimo film, invece, è una pungente commedia balcanica che racconta l’odissea di madre e figlia, la prima francese e l’altra italiana, alla ricerca della bara con le spoglie del nonno, che si trovano in un paesino dell’Albania, vicino al confine con la Grecia, mentre greci e albanesi litigano sulle vere identità delle salme del cimitero.

Sembrerebbe una commedia campata tutta sulla fantasia ma non è proprio così. “Per questo film – racconta il regista – ho preso spunto da due fatti reali. Il racconto di una signora italiana che mi ha spiegato di come la bara di suo nonno dalla Francia si fosse dispersa in Russia. Mentre il secondo fatto, ha a che fare col cimitero monumentale dei presunti caduti greci nella guerra italo-greca, costruito nel 2006 in un paesino dell’Albania. Per riempire le tombe, i nazionalisti greci hanno pensato bene di prendere salme dalle tombe degli albanesi, magari anche pagando qualcuno dei paesani”.

Nel film c’è anche il prete ortodosso, interpretato dallo stesso Budina, che fa il gioco dei greci. Questo ha scatenato moltissime polemiche, 140  preti della chiesa ortodossa albanese si sono detti offesi dal film e hanno inviato una lettera di protesta al governo albanese e all’ambasciata d’Italia in Albania, “colpevoli” di aver finanziato Ballkan Bazar.

Polemiche del genere, come sempre, hanno fatto soltanto bene al film, e hanno alimentato la curiosità del pubblico, tanto che oggi il regista, sorridendo dice: “Non entro più nel merito delle polemiche. Il film è un’opera artistica e come tale va giudicato. Dall’altra parte, non posso non ringraziare quei preti ortodossi: forse anche grazie a loro il film è andato benissimo in Albania. Un vero successo. Non potendo fare paragoni con l’Italia, visto il numero limitatissimo di sale nel nostro paese, dico soltanto che è andato meglio del colossal Avatar”.

Keti Biçoku (Shqiptariiitalise.com)

 

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