Roma – 5 ottobre 2011 – Laurent Digbeu è uno dei chitarristi più completi della scena musicale africana in Italia. L’album “Piehly”, traguardo del percorso di un musicista coscienziosamente dedito alla sua arte, è solo il primo passo di una carriera che saprà dispensare delle piacevoli gioie ai fan della “sei corde”.
Ti vuoi presentare ai nostri lettori?
Mi chiamo Laurent Digbeu, sono chitarrista professionista e insegnante di chitarra moderna in due scuole private a Roma.
Dal settembre 1992.
Con i tuoi dread-locks, il tuo look somiglia ad un rasta, …
Non sono rasta. Sono in un certo senso anticonformista. Questo look mi è stato consigliato da un’amica, che si chiama “Lehi2”. E’ lei che cura questo mio look.
Insegnavi la chitarra nel tuo paese prima di venire in Italia?
No, nel mio paese, la Costa d’Avorio, ho fatto degli studi tecnici di gestione quantitativa ed ho lavorato come ragioniere ad Abidjan.
Dalla ragioneria alla chitarra, che bel balzo?
Sai nulla è impossibile nella vita. La passione, la determinazione e l’organizzazione mirata possono aprire alcune porte.
Come sei diventato musicista?
Ho scoperto la chitarra quando ero un giovane studente. E come tutti i giovani della mia generazione, ho dovuto nascondermi per suonare perché, in genere, nessun genitore poteva tollerare che il suo bambino s’interessasse alla musica. Ovviamente questa situazione non ha fatto altro che aumentare la mia passione per la chitarra. Più tardi, quando ho iniziato a lavorare, ho comprato la mia chitarra e le attrezzature per fare musica a casa. E a poco a poco, senza rendermene conto, il desiderio di diventare un musicista professionista ha cominciato a prendere forma in me.
E ti sei ritrovato in Italia…
In partenza, volevo studiare musica a Boston, negli Stati Uniti, ma non avendo abbastanza soldi per pagarmi gli studi (15 mila euro all’anno) sono venuto a Roma, dietro consiglio di mio cugino Bouazo che già ci viveva. Ho così studiato a Roma, da ottobre 1993 a giugno 1996. Poi da ottobre 1999 a luglio 2000, ho fatto un corso di perfezionamento in chitarra jazz à l’INFIMCIM di Parigi e poi altri stage, seminari e corsi. Come si può vedere, non esito ad andare a cercare le informazioni utili al mio miglioramento, ogni volta che posso.
Hai appena pubblicato un Cd: “Riflessioni, Pielhy, Réflexions”. Cosa significa il titolo?
Le tre parole esprimono la stessa cosa: in italiano, in “bété” (la mia lingua) e francese (od inglese). Ogni parola esprime la riflessione in generale. La riflessione come impulso intellettuale che porta alla comprensione o che cerca di far capire alcune situazioni in modo da farci adottare un comportamento nuovo, in grado di bilanciare la nostra vita.
La riflessione è anche il riflesso, il risultato o la risposta alle azioni ed agli atti che poniamo. Ognuno può interpretare il titolo come meglio ritiene opportuno.
I primi tre brani del CD, “Elephant Dance”, “Chimpanze Dance” e “Antilope Dance” sono riferiti ad animali …
Per questi primi tre titoli in particolare, invito tutti a leggere tra le righe, per iniziare un viaggio spirituale in libertà, nella natura. A furia di non rispettare più la natura, noi trasferiamo questo comportamento sugli esseri umani. E ciò ha come triste conseguenza la scomparsa della saggezza nelle nostre diverse società.
Che genere musicale fai?
Sono un chitarrista jazz. Nella mia musica, benchè sia ivoriana ed africana, c’è un atmosfera jazz. Per chi ama il jazz, la mia musica è jazz in un’atmosfera afro. Per gli amanti della musica africana, la mia musica è africana in un’atmosfera jazz.
Suono a Roma, in tutta Italia e negli altri paesi europei. Ecco alcune date tra le altre: il 4 novembre a Roma con “Laurent Digbeu Trio”, il 12 novembre, a Rennes, in Francia, il 17 dicembre à Fiano, con “Laurent Digbeu Electric Quintet), etc. Per quanto riguarda le collaborazioni musicali sono sollecitato da altre formazioni musicali per degli spettacoli, sia in Italia che nel resto dell’Europa.
Concerti nel tuo paese?
Ho suonato ad Abidjan il 7 e l’8 maggio 2010 con il mio trio, nell’ambito del festival “Emoi du Jazz” (Emozione del Jazz) di Abidjan.
Hai gironzolato parecchio allora?
Sì, sono una sorta di piccolo giramondo. Ho suonato in Capo Verde, Sud Africa, Italia, Francia, Belgio, Inghilterra, Germania ed Austria. L’anno prossimo, farò una piccola tournée in Canada e Finlandia. Stanno arrivando altre proposte di concerti.
Che consiglio puoi dare ai giovani che vogliono diventare musicisti?
Ai giovani aspiranti musicisti, direi di evitare qualsiasi approccio superficiale. Prendetevi il tempo per dotarvi di una buona formazione, anche se avete un certo dono. Il dono da solo non è sufficiente. La scuola vi porta ad un approccio scientifico della musica. La fusione “scienza e fantasia creativa” vi permetta di aver la consapevolezza di ciò che fate, capire dove mettete le vostre mani e dove poggiate le vostre dita, esplorare orizzonti nuovi, migliorando continuamente le vostre doti e capacità.
Grazie Mr Jazzman …
Sì, sono io!
Milton Kwami
AfricaNouvelles.Com
Ascolta:
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