Roma – 2 maggio 2013 – “Quando penso alla mia casa laggiù
le lacrime non si fermano
mi guardo indietro e vengo investita dai rimpianti
Signore, non essere triste perché non ti ho ascoltato
Tu in sogno mi avevi fatto sapere
che lontana dal mio paese
non sarei stata bene”.
Questa poesia l'ha scritta Rodica, che vive a Latina dove fa la badante. L'ha spedita alla redazione di Roma della Gazeta Romaneasca, settimanale della comunità rumena in Italia.
“Ogni sera, figlia mia, guarda alla finestra,
lì nel celo, brilla la prima stellina.
sai, bambina mia cara, mio sole chiaro,
io guardo sempre quella stellina.
la guardo e piango, con lei parlo,
con lei parlo e la prego:
"Stella'stellina, cara sorellina,
accarezza la mia bambina li, in Ucraina”…
Questa invece è una poesia tratta dal libro "Piccole ballate. Pensieri in forma poetica di donne ucraine" a cura di Olha Vdovychenko. Uno dei tanti che attivano nella redazione di Gazeta Ukrainska, il mensile degli ucraini in Italia, che ha indetto un concorso per premiare i migliori.
La “poesia delle badanti”, le parole e i versi delle donne che curano i nostri anziani, canti di lavoro e nostalgia, sono stati al centro della puntata di ieri del programma di radio rai 3, Fahrenheit. Ospiti in studio Sorin Cehan direttore della Gazeta Romaneasca, e Marianna Soronevych, caporedattrice di Gazeta ukrainska, che prima di fare la giornalista ha fatto la badante nel nostro paese. Con loro c'è anche Lilia Bicec autrice di Miei cari figli, vi scrivo, Einaudi, una lettera alla famiglia che ha lasciato in Moldavia, abbandonando il mestiere di giornalista per venire in Italia a fare la badante.