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Luis Felipe, vigile urbano, da Lima a Roma per amore

Ha seguito il cuore ed è arrivato nella Città Eterna. Dove oggi è un dirigente della Polizia Municipale

Roma – 24 gennaio 2012 – Il poliziotto della municipale di Roma Luis Felipe de la Torre Ugarte, nato in Lima e residente in Italia da oltre 25 anni, non avrebbe mai pensato di finire nella Città Eterna.

 

Il destino, per così dire, lo prende dal cuore. Inizia tutto con un’ italiana che conosce in Spagna, vicino a Barcellona, relazione che con il tempo cresce e quindi si traduce in un viaggio negli Stati Uniti. Dall’America, dove rimane per lavorare mentre la sua compagna ritorna a Roma, decide di fare una scelta coraggiosa: ritorna in Italia per sposarla e vivere assieme a lei.

Prima iniziano i lavori saltuari, ma grazie anche al suo ottimo inglese passa a lavorare per l’American Express. Questo genere di impegno, però, non lo soddisfa.

Forse è qualcosa nel dna, visto che suo padre era ufficiale medico della polizia in Perù. Grazie al matrimonio diventa italiano, poi sa del concorso per entrare ai vigili urbani. Molti lo scoraggiano: ‘ma i posti sono soltanto 1300 per 50 mila concorrenti’. Lui si presenta, studia e supera i difficili esami.

Da qui si sono aperte diverse attività. La prima e forse per questo la ricorda di più nella Sala radio della Lupa, centrale che coordina auto civette e moto dei vigili. È l’inizio di un percorso proseguito fino ad oggi, che lo ha portato alla carica di dirigente.

Il suo italiano è quasi perfetto. “Pochi se ne accorgono che sono straniero -racconta a Expresolatino.net – e al limite mi chiedono se sono veneto o sardo”. Con tanti aneddoti, come quando dei turisti spagnoli gli chiedono indicazioni e poi meravigliati esclamano: “ma come parla bene lo spagnolo”!

Mentre camminiamo per strada e mi racconta alcuni spunti della sua vita, arriva un signore che in inglese chiede informazioni, e un altro che in italiano vuole sapere l’itinerario di un autobus. Le risposte sono perfette.

Però, confessa, non tutto è stato facile, particolarmente entrare nella mentalità del popolo italiano, piena si sfumature. Ma il suo lavoro gli piace, specialmente “per le responsabilità che comporta”.
In questi anni tanti lo hanno ringraziato per i suoi interventi, ma lui non si sbilancia. “Capisco la gratitudine, ma ho soltanto fatto il mio lavoro”.

In un’ occasione il poliziotto peruviano ha fatto anche da ponte con la Spagna. Il sindacato dei vigili Ospol gli diede l’incarico di prendere contatto con la polizia municipale di Madrid, e quindi è andato in Spagna e ha organizzato in incontro con i colleghi iberici.

Il destino però sempre fa degli strani scherzi: perde il suo grande amore, sua moglie, e rimane vedovo. Il dolore è grande anche se c’è suo figlio di 24 anni che studia fisica all’università. E malgrado ciò ci dice: “Ho la fortuna di lavorare in una città come Roma, tra le più belle del mondo”.

H. Sergio Mora
Expresolatino.net

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