Roma – 7 giugno 2011 – A due passi dal Ponte dell’Angelo, a Roma, in un intreccio di vicoli assaliti dai turisti, c’è una piccola oasi di tranquillità, dove l’occhio del passante si ferma per osservare. Una vetrina piena di colori: sculture, anfore, piccoli e grandi gioielli fantasiosi, palline di vetro traslucide che sembrano sospese nell’aria. E’ il laboratorio-negozio dell’artista Magda Nica, un’immigrata romena che vive dal 1997 in Italia.
“Un’immigrata per amore” precisa Magda con il sorriso sulle labbra. Proprio l’amore per Claudio, suo futuro marito, l’ha portata in Italia e le ha fatta scoprire un mondo che l’ha conquistata: quello del vetro soffiato. L’arte antica è suo secondo grande amore, che l’ha plasmata man mano che scopriva le affinità artistiche tra i maestri vetrai romeni e quelli italiani, più precisamente veneziani.
Dopo alcuni anni, ha aperto il suo laboratorio e attorno al forno ha riunito un’equipe di collaboratori con cui condivide le gioie e le fatiche del lavoro. “Non è facile lavorare da soli, alcune volte devi sollevare un peso enorme sulla canna da soffio, basta un secondo e, se non c’è coordinazione e attenzione, il lavoro è rovinato”.
Magda Nica è riuscita, inoltre, a perfezionare una tecnica innovativa: introdurre frammenti di metalli diversi negli oggetti di vetro soffiato. Una tecnica difficilissima, perché il vetro e il metallo hanno temperature diverse di fusione. Anche se ha esposto le sue opere a Roma, Milano, Tokyo o Atene, non si considera un’artista, ma una “maestra vetraia”, autodidatta.
E, proprio il giorno di Natale dello scorso anno, l’artista romena ha avuto, indirettamente, una delle più grandi soddisfazioni professionali: ha venduto una delle sue opere ad un’esigente coppia di collezionisti. Veneziani.
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Miruna Căjvăneanu