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Mykola Shvets, dall’Ucraina in Italia per salvare l’arte

Scultore e restauratore, lavora in musei, chiese e palazzi antichi. Preferisce il legno, “una materia viva”, e sa riconoscere i tarli dei falsari

Roma – 9 giugno 2011 – “Salvare dal tempo opere d’arte e crearne di nuove. Un regalo per le future generazioni”. Mykola Shvets, scultore e restauratore di origine ucraina, racconta così il suo mestiere.

Dоpo l’accademia di Belle Arti a Leopoli, ha lavorato in patria come scultore ed ebanista realizzando tante opere importanti. Dopo la caduta dell’Unione Sovietica ha contribuisce al restauro e agli addobbi delle chiese, appena riaperte dopo anni di chiusura. Ha inciso iconostasi, le pareti che separano la navata dal presbiterio, per le varie chiese cattoliche di rito bizantino in Ucraina e per quelle ortodosse in Russia.

Alla fine dei anni novanta si è trasferito in Italia e ha aperto un piccolo laboratorio a Ostia, nei dintorni della Capitale, dove si respira l’aria dell’arte e il desiderio di creare bellezza. Qui Mykola Shvets lavora anche per chiese, palazzi storici e musei che costituiscono il patrimonio culturale dell’Italia.

“Il metodo di lavorazione per il restauro delle opere d’arte è simile in tutti i Paesi, è quindi non ci sono differenze sostanziali fra la scuola ucraina e quella italiana. Però ogni laboratorio e ogni artista hanno i propri segreti. Per me, come per ogni restauratore la meta principale è salvare, recuperare l’intera opera” spiega il Maestro a Gazetaukrainska.com.

Shvets ha fatto esperienza di lavoro con diverse tecniche e materiali, ma continua a preferire il legno. “È un materiale ricco, vivo, come un corpo umano, molto amato dai grandi classici dell antichità e dell’arte moderna” racconta artista.

In Italia ha realizzato diverse opere, fra cui restauri di sculture, di cornici e di mobili del museo Agostinelli di Roma, sculture per una fabbrica di articoli religiosi, una statua per Il Museo Storico dell’Arma dei Carabinieri, una di Madre Teresa e un’altra di Papa Giovanni XXIII. Le sue creazioni si trovano anche oltremare: “Ho avuto l’onore e piacere di realizzare la statua di santa Paolina che ora è negli Stati uniti d’America”.

In una delle basiliche di Roma, Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, ha scolpito un leggio per l’altare, il fonte battesimale e due icone con base di legno intagliato. Uno dei lavori di cui Shvets va più orgoglioso è però la realizzazione dell’icona in rilievo in stile bizantino di Giovanni Cristomo, donata a Papa Benedetto XVI.

La bravura dello scultore ucraino ha contribuito anche al restauro dei palazzi storici italiani, come palazzo Alfieri ad Asti, dove ha realizzato la pittura murale. Per Palazzo Cenci a Roma ha provveduto invece al restauro dello stemma e della pittura.

 

Shvets ci svela una tecnica per riconoscere le opere di legno false: “Ce ne sono anche in musei molto famosi e nei negozi di antiquariato. Il legno col tempo prende una patina particolare e il suo colore cambia dall’interno, inoltre le opere antiche sono tarlate. Ma quando i falsari scolpiscono legno già tarlato, i tunnel scavati da questi insetti hanno angolazioni inusuali”.

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Микола Швець: «Коли твориш ескіз, то, як музикант, шукаєш мелодію, поєднуєш її» (Gazetaukrainska.com)

Marianna Soronevych

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