Un ricercatore camerunense in Italia sperimenta nuove tecniche che uniscono apprendimento linguistico e sport. E lo fa sul campo, con una squadra di profughi
Roma – 10 marzo 2016 – Imparare l’italiano giocando a pallone? Raymond Siebetcheu, linguista e ricercatore dell’Università per Stranieri di Siena lo sta sperimentando, letteralmente, sul campo.
Siebetcheu, che lavora tra l’Italia e il Cameroon, e a Siena segue dal 2012 il progetto Multisport, che analizza le dinamiche linguistiche e culturali degli sportivi stranieri in Italia. È però anche un istruttore di calcio e con la squadra amatoriale “Migranti San Francesco”, composta prevalentemente da richiedenti asilo, sta portando avanti allenamenti molto particolari.
“Ho elaborato, finora con risultati soddisfacenti, diversi giochi linguistici durante gli allenamenti. Consentono di sviluppare contemporaneamente tanto le quattro abilità linguistiche (parlato, ascolto, lettura e scrittura) quanto le abilità tecnico-calcistiche” ha raccontato il ricercatore a Tuttosport.
Qualche esempio? Per “le parole in gioco” si usano palloni con sopra le lettere dell’alfabeto. I giocatori devono mettere insieme il più velocemente possibile parole riferite a un campo lessicale preciso. Così, se il tema è le “parti del corpo”, ogni squadra “scriverà” “mano”, “testa”, “braccio” e così via. “Si lavora quindi sulle capacità condizionali come la velocità e la rapidità dei movimenti”.
Queste tecniche, nuove in Italia, all’estero hanno già preso piede. All’Arsenal, per esempio, giocano al Language Crossbar Challenge: i giocatori devono parlare di qualcosa, ad esempio presentarsi (nome, cognome, età…) e a ogni informazione calciare il pallone dal dischetto dell’area di rigore cercando di colpire la traversa…
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RAYMOND SIEBETCHEU: L’italien et les footballeurs étrangers
Guarda il video su “Le parole in gioco”: