Ballerina e coreografa, direttrice artistica dell’ Accademia danze orientali di Palermo, recupera la tradizione dandole una veste moderna. “Ma è non stato facile lottare con i pregiudizi che circondano quest’arte”
Roma – 19 gennaio 2012 – Sabah Benziadi entra sul palco con una grazia ineguagliabile. Ha una miscela esplosiva di sensualità e seduzione che riporta indietro nel tempo, ai racconti delle Mille e una Notte, e ricorda la famosissima ballerina araba Samya Gamal.
Di origine algerina, direttrice artistica dell’ Accademia danze orientali Palermo, è interprete e maestra di quell’insieme di balli tradizionali dei diversi paesi nordafricani e mediorientali che forse semplificando troppo chiamiamo “danza del ventre”. Con una convinzione: “Se non ne conosci le origini e se non la ami, non la puoi imparare”.
È figlia d’arte, ha studiato fin dall’infanzia con la madre e la nonna, entrambe danzatrici. “Appena sono arrivata in Italia – racconta ad AlItaliya.net – ho fatto degli spettacoli. Ma era dura, perché dovevo lottare con i pregiudizi che circondano la danza del ventre, a volte considerata quasi come uno spogliarello”.
Il problema è che troppo spesso si considera quest’arte ad uso e consumo degli spettatori uomini. “Invece la danza del ventre è soprattutto una danza per le donne, perchè le aiuta a prendere coscienza del loro corpo, della loro sensualità e a vivere una vita sessuale completa” rivendica Sabah Benziadi.
“La mia danza del ventre – aggiunge – parte da lungo lavoro di ricerca sui balli tradizionali, ma è reinterpretata in chiave moderna. Così ho fatto uno spettacolo per le palme siciliane uccise dal punteruolo rosso, ma anche uno per ringraziare i nostri giovani arabi che lottano per la libertà e la democrazia. Su questo fronte, sono in prima linea”.
Lala Zineb Maarouf Dafali
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